La banca centrale di Helsinki ha lanciato l’allarme: le famiglie in Finlandia sono indebitate mediamente per il 127% medio dei loro redditi e buona parte di questo deterioramento delle condizioni finanziarie sarebbe legato alla lotta al contante perseguita dai governi e che si è tradotta in un aumento dell’uso di carte di credito e bancomat per effettuare i pagamenti. Nel 2018, qui solamente il 19% delle transazione avveniva cash, il restante 82% grazie all’utilizzo di carte. Tuttavia, l’istituto teme che l’ampia diffusione delle carte di credito e debito stia spingendo le famiglie ad avere sempre meno il controllo della loro situazione finanziaria, unitamente al crollo dei tassi di mercato, che ha fatto impennare a 100 miliardi di euro i mutui erogati al 2019, +40% rispetto al 2010.
Il resto lo starebbe facendo anche la diffusione di società di micro-credito, spesso sfuggenti alla vigilanza, che offrono prestiti anche con l’invio di un sms, ma a tassi più alti delle banche ordinarie. E così, 390.000 finlandesi, il 7% della popolazione complessiva, non si mostra più capace di onorare i debiti, in aumento del 30% nell’ultimo decennio.
La lotta al contante non è diventata un problema solamente in Finlandia. La vicina Svezia si fregia da tempo del titolo di società avviata a diventare la prima “cashless” al mondo e con una velocità impressionante. Se nel 2014, secondo un sondaggio condotto dalla Riksbank, l’87% degli intervistati rispondeva di avere effettuato almeno un pagamento in contanti nell’ultimo mese, quest’anno la percentuale risulta scesa al 61%. La stragrande maggioranza della popolazione paga con carta di credito, anche perché non avrebbe grandi alternative. Dai negozi ai bar, passando per bus e persino le toilette pubbliche, nessuno quasi più riceve pagamenti in banconote e monetine, nonostante la banca centrale non le abbia affatto messe fuori corso forzoso.
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Perché conviene tenersi il contante
Sebbene gli svedesi si mostrino favorevoli perlopiù alla svolta “cashless”, il 70% di loro per un sondaggio Sifo vorrebbe godere della libertà di pagare come vorrebbe.
E un po’ tutti in Svezia temono di essere finiti per dipendere troppo dalle carte. Cosa accadrebbe se per una qualsiasi ragione non vi fosse attiva la linea per pagare ai POS? Non sarebbe meglio avere la possibilità in ogni caso di pagare anche con banconote e monetine, così da avere sempre la certezza di poter effettuare una qualche transazione, qualsiasi cosa accadesse? Che non siano lamentele prive di fondamento lo dimostra la stessa richiesta della Riksbank alle banche svedesi di qualche tempo fa, ovvero di emettere più liquidità in circolazione, paventando il rischio di tagliare fuori dall’economia reale le fette più deboli della popolazione, tra cui quelli senza accesso ai conti bancari.
E poche settimane fa, persino la BCE ha bacchettato l’Italia sulla lotta al contante, notando come i pagamenti elettronici non sia “perfettamente equivalenti” al cash sul piano dei costi per i consumatori e come una società senza banconote e monetine rischi di colpire soprattutto i più deboli.
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