Guerra senza quartiere agli evasori fiscali
Di fatto, il governo indiano starebbe proponendo ai presunti evasori fiscali un accordo molto punitivo, ovvero di disporre subito di solo un quarto delle somme depositate in conti sospetti, mentre un altro quarto sarebbe sostanzialmente “sequestrato” dal governo fino a 4 anni e la metà versata allo stato sotto forma di tasse.
Si spiegherebbe, quindi, la paura di milioni di indiani nel portare le banconote fuori corso legale in banca. Al di sopra di un certo tetto, infatti, le banche sarebbero obbligate a segnalare al Fisco le operazioni effettuate con i clienti e in un paese con un’economia sommersa gigantesca, difficilmente sarebbero in tanti a saper giustificare la provenienza del denaro scambiato.
Sarà guerra anche all’oro?
Infine, l’India sappiamo essere il secondo consumatore di oro al mondo, dopo l’India. Si stima che un terzo delle 1.000 tonnellate richieste ogni anno sia utilizzato nell’economia sommersa. Nei giorni seguenti all’annuncio-shock contro il contante, si è innescata una corsa a scambiare banconote contro oro, al fine di proteggere il proprio potere di acquisto e di sfuggire ai controlli fiscali. Con una serie di blitz presso le gioiellerie, però, lo stato ha dissuaso molto clienti e, soprattutto, venditori a utilizzare il metallo per ripulire il denaro sporco, ma non sembra che il governo sia soddisfatto.
Tra le altre misure allo studio, s’ipotizzano nuove imposte sull’oro, finalizzate a disincentivarne la domanda, oltre che un vero e proprio divieto temporaneo sulle importazioni, che arrivano alle 650-700 tonnellate all’anno.