La lotta all’evasione fiscale funziona e non era mai stata così fruttuosa, a dispetto delle lagne

Evasione fiscale in calo e recupero delle entrate da record. I dati dell'Agenzia smentiscono i professionisti del pessimismo.
10 mesi fa
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Evasione fiscale, recupero record del gettito
Evasione fiscale, recupero record del gettito © Licenza Creative Commons

C’è un ritornello che le opposizioni e parte della stampa italiana portano avanti da mesi: il governo di Giorgia Meloni farebbe poco e niente per combattere l’evasione fiscale. Anzi, quella frase secondo cui le tasse alte sarebbero un “pizzo di stato”, avrebbe confermato i sospetti di molti circa la volontà del centro-destra di continuare a strizzare l’occhio ai furbetti. Poi è arrivato il concordato preventivo biennale e le voci allarmate non hanno fatto che aumentare. Questa maggioranza starebbe esentando le partite iva dal pagamento delle imposte.

Recupero record di gettito nel 2023

Le opinioni sono tutte e sempre legittime, ma i dati hanno la testa dura. L’Agenzia delle Entrate ha da poco comunicato che nel 2023 ha incassato la cifra record di 24,7 miliardi di euro con la lotta all’evasione fiscale. Rispetto all’anno precedente, fanno +4,5 miliardi. E conteggiando anche 6,7 miliardi recuperati da altri enti, la riscossione è salita a 31,4 miliardi.

Il 2023 è stato il primo anno per intero sotto il governo Meloni. Se fosse vero il sospetto delle opposizioni di centro-sinistra, dovremmo attenderci dati in calo sia sul fronte del recupero che del gettito fiscale. Invece, è avvenuto l’esatto contrario. Anche scorporando dai 24,7 miliardi i 5,1 miliardi derivanti da misure straordinarie come la rottamazione delle cartelle e la definizione di liti pendenti, scendiamo a 19,6 miliardi contro i 18 dell’anno precedente. E nel 2022 c’era al governo Mario Draghi, che secondo la stampa avrebbe dovuto suscitare timore reverenziale e fiducia massima tra i contribuenti.

Tax gap in calo, entrate tributarie sempre in aumento

Non è finita. Se il recupero procede di bene in meglio, le entrate tributarie non fanno che salire. Quelle spontanee, cioè senza alcuna sollecitazione da parte del Fisco, risultano aumentate del 5% sul 2022 a quota 536,2 miliardi. Fanno +26,6 miliardi in un anno. Se ragionassimo come parte degli osservatori, diremmo che Meloni batte Draghi.

Ma sarebbe una stupidaggine. La verità è che l’evasione fiscale tende strutturalmente da anni a contrarsi, per varie ragioni.

Il “tax gap”, cioè la differenza tra quanto gli italiani dovrebbero pagare e quanto effettivamente pagano, è scesa a 83,6 miliardi nel 2021, segnando un calo di oltre 24 miliardi rispetto al 2016. I dati sono del Ministero di economia e finanze. Nel quinquennio considerato, in Italia hanno governato quasi tutti: il centro-sinistra (2016-2018), i “giallo-verdi” (2018-2019), i “giallo-rossi” (2019-2021) e la maggioranza bulgara pro-Draghi (2021). Dunque, o tutti bravi o realmente certe tendenze prescindono dai governi di turno, perlomeno nel breve termine.

Evasione fiscale non peculiarità culturale italiana

L’Unione Europea prescrive all’Italia di ridurre il “tax gap” ad almeno il 15,7% con il Pnrr entro il 2026. Un obiettivo che sembra alla portata, visto che nel 2023 dovrebbe essersi attestato al 17,6%. In pratica, non più di un euro su sei dovrà sfuggire al Fisco. L’evasione fiscale in Italia è sempre stata relativamente elevata, anche se il fattore culturale inciderebbe meno di quanto crediamo. E a dirlo è stato nei mesi scorsi niente di meno che Mario Monti, attuale senatore a vita e già premier e commissario europeo, nonché ex rettore all’Università Bocconi di Milano.

Secondo Monti, anche negli Stati Uniti si osserverebbe una marcata tendenza tra i lavoratori autonomi all’evasione fiscale. E poiché questa categoria da noi incide in misura maggiore, essendo l’Italia un paese di micro-imprese, il risultato è che i dati complessivi sul gettito ne risentono negativamente. Lo stesso governo stima che, grosso modo, la propensione a sfuggire al fisco tra gli autonomi sarebbe dei due terzi.

Anche i social arruolati per stanare gli evasori

Nei primi dieci mesi dello scorso anno, le entrate tributarie sono aumentate del 5,8% a 434,6 miliardi, cioè di 23 miliardi in valore assoluto. Il dato risulta superiore alla crescita del PIL nominale, che è stata del 4,5%.

Gli italiani le tasse le stanno pagando e non sembra che il governo in carica stia riuscendo a dissuaderli dal farlo. Anzi, l’ultima dichiarazione del vice-ministro dell’Economia, Maurizio Leo, è parsa ai più esagerata. Egli ha annunciato la lotta all’evasione fiscale anche ricorrendo al data scraping sui social.

Evasione fiscale non è causa di disservizi

In conclusione, l’evasione fiscale è un tema ricorrente e buono per riempire programmi televisivi e giornali di retorica spicciola e quasi sempre disancorata dai dati reali. L’uomo della strada è convinto che di anno in anno la propensione a pagare le tasse nel nostro Paese diminuisca, mentre è vero il contrario. Una narrazione che serve alla politica per sfuggire alle proprie responsabilità in fatto di qualità e quantità declinanti dei servizi pubblici erogati. Meglio far credere che i pronto soccorso collassino, che le liste per una visita medica siano infinite o che gli edifici scolastici caschino a pezzi per carenza di entrate, anziché per un impiego inefficiente delle risorse.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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