Zimbabwe, il razzismo è qui contro i bianchi

Maggioranza delle azioni agli abitanti di pelle nera, oppure le società saranno chiuse. E' la minaccia a cui vanno incontro le imprese straniere nello Zimbabwe dal prossimo 1 aprile.
9 anni fa
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Bianchi perseguitati, qui a prevaricare sono i neri

Oltre al danno, la beffa. Ufficialmente, lo Zimbabwe si è impegnato a risarcire i bianchi delle terre espropriate, ma i nuovi proprietari neri hanno fatto sapere in questi giorni di non essere in grado di sostenere l’onere. Dunque, i vecchi proprietari resteranno a bocca asciutta, perché dalla loro non avranno alcuna tutela legale, visto il clima ostile ormai imperante nel paese dall’arrivo di Mugabe al potere, oggi ultra-novantenne. Il paese non ha più da anni una sua divisa nazionale, giovandosi di un paniere di ben 9 valute straniere per regolare le transizioni interne.

Parliamo di dollaro USA, dollaro australiano, euro, yen, yuan, sterlina, rand sudafricano, rupia indiana e pula del Botswana. Fece il giro del mondo nel 2015 la notizia che la banca centrale di Harare avrebbe scambiato 35 mila miliardi di dollari locali contro un dollaro americano, a conferma del valore nullo che la vecchia moneta nazionale ha oggi dopo l’iperinflazione. Le compagnie straniere Anglo American Platinum e Impala Platinum pare che dovrebbero scampare al rischio chiusura, avendo sottoscritto con il governo accordi per il conferimento di maggiori poteri ai neri. Se ciò basterà allo Zimbabwe non è ufficiale, perché il ministro Zhuwao non ha voluto rendere pubblica la lista delle società a rischio chiusura. Di certo, quello dello stato sudafricano è un caso eclatante di razzismo all’incontrario, dove a subire le angherie dello stato sono gli abitanti di pelle bianca.

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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