Bianchi perseguitati, qui a prevaricare sono i neri
Oltre al danno, la beffa. Ufficialmente, lo Zimbabwe si è impegnato a risarcire i bianchi delle terre espropriate, ma i nuovi proprietari neri hanno fatto sapere in questi giorni di non essere in grado di sostenere l’onere. Dunque, i vecchi proprietari resteranno a bocca asciutta, perché dalla loro non avranno alcuna tutela legale, visto il clima ostile ormai imperante nel paese dall’arrivo di Mugabe al potere, oggi ultra-novantenne. Il paese non ha più da anni una sua divisa nazionale, giovandosi di un paniere di ben 9 valute straniere per regolare le transizioni interne.
Parliamo di dollaro USA, dollaro australiano, euro, yen, yuan, sterlina, rand sudafricano, rupia indiana e pula del Botswana. Fece il giro del mondo nel 2015 la notizia che la banca centrale di Harare avrebbe scambiato
35 mila miliardi di dollari locali contro un dollaro americano, a conferma del valore nullo che la vecchia moneta nazionale ha oggi dopo l’
iperinflazione. Le compagnie straniere Anglo American Platinum e Impala Platinum pare che dovrebbero scampare al rischio chiusura, avendo sottoscritto con il governo accordi per il conferimento di maggiori poteri ai neri. Se ciò basterà allo Zimbabwe non è ufficiale, perché il ministro Zhuwao non ha voluto rendere pubblica la lista delle società a rischio chiusura. Di certo, quello dello stato sudafricano è un caso eclatante di razzismo all’incontrario, dove a subire le angherie dello stato sono gli abitanti di pelle bianca.