Via libera a Raffaele Fitto e Teresa Ribera come vicepresidenti esecutivi della Commissione europea, il primo con delega ai Fondi di coesione e la seconda alla Transizione ecologica. L’accordo tra i gruppi politici era naufragato nella prima serata di ieri, a seguito dell’insistenza del Partito Popolare sulle dimissioni della spagnola nel caso in cui fosse indagata per l’alluvione di Valencia. Per ritorsione i socialisti avevano sparato contro la vicepresidenza dell’italiano. Alla fine, quadra trovata. Ma la maggioranza Ursula non esiste più.
Maggioranza Ursula si sfalda con Trump rieletto
I capi-delegazione della Commissione Affari regionali hanno approvato con i due terzi dei voti la nomina di Fitto e subito dopo è stato così anche per Ribera alla Commissione Ambiente. Tuttavia, l’accordo politico che era stato alla base del bis di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea è carta straccia. Popolari, liberali e socialisti lo hanno teoricamente rinnovato, ma sono solo parole per dare il via libera al governo comunitario ed evitare ulteriori mesi di impasse dinnanzi a un’America forte con Donald Trump ormai prossimo al comando.
Meloni voterà sì alla Commissione europea
Tanto per cominciare, i Verdi non approveranno la nuova Commissione alla votazione del 27 novembre. Anche i 13 socialisti francesi presenti all’Europarlamento negheranno il loro appoggio. Invece, lo garantiranno i 24 eurodeputati di Fratelli d’Italia. La premier Giorgia Meloni lascerà libertà di voto ai colleghi di ECR, il gruppo conservatore di cui è presidente. Basta questo per dire che la maggioranza Ursula sia andata in frantumi e che ne esiste una nuova, spostata a destra. I popolari hanno mutuato dall’Italia la politica dei due forni. Non cederanno più alle richieste più spinte della sinistra. Ogni volta che non si troveranno d’accordo con i socialisti, voteranno insieme alla destra.
La sinistra stessa è consapevole di cosa stia accadendo.
Spostamento a destra a Bruxelles
L’hanno definita maggioranza Venezuela, perché per la prima volta si è palesata ad ottobre con una votazione di condanna del regime di Nicolas Maduro e il riconoscimento di Edmundo Gonzalez Urrutia quale presidente legittimo dello stato andino. Il tessitore della nuova alleanza è il tedesco Manfred Weber, bavarese e nemico interno della sua connazionale alla presidenza. Si è battuto per consentire all’Italia di ottenere un ruolo di peso nella nuova Commissione. I suoi rapporti con il governo Meloni sono ottimi. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, fa da tramite.
Lo spostamento a destra di Bruxelles non è figlio solo di tatticismi. Le elezioni europee di giugno hanno determinato la possibilità di una maggioranza alternativa a quella delle scorse legislature. I socialisti hanno visto ridurre il loro peso insieme ai liberali e ai Verdi. Al contrario, sono cresciuti i popolari e il blocco della destra. Inoltre, la sinistra è in affanno un po’ ovunque in Europa. Sta per perdere anche la guida della Germania, mentre in Francia il governo di Michel Barnier si regge su un patto tacito con Marine Le Pen.
Con nuova maggioranza Ursula fine ad estremismo green
La vittoria di Trump di due settimane fa completa il quadro.