I requisiti per andare in pensione sono stringenti a, quando mancano pochi anni, spesso l’uscita anticipata prevede una penalizzazione sull’importo. Gli italiani però, ance restando nel lecito, a volte sono più ingegnosi delle riforme e dei limiti di legge. Ci viene da fare questa considerazione valutando una sorta di stratagemma che due dipendenti di Salerno hanno studiato e che, a ben vedere, sembrerebbe lecita.
La pensione anticipata fai da te usando il rdc o la Naspi come ponte
Soprattutto in questo periodo di emergenza, ci scrivono diversi lettori, disoccupati o percettori di Naspi che ci scrivono per sapere se la normativa preveda estensioni dell’indennità per casi particolari come questo.
Qualche tempo fa due dipendenti della “Salerno Pulita”, la società municipalizzata della provincia campana, che gestisce la raccolta rifiuti della città, si sono fatti licenziare. Pur avendo più di 60 anni, i due dipendenti non avevano i requisiti per andare in pensione. Dopo il licenziamento per giusta causa (dovuto ad assenteismo peraltro per assenza ingiustificata senza neppure presentare il certificato medico) i due hanno riscosso la Naspi. La strategia non è sfuggita ad alcuni colleghi. Uno di loro racconta: “Possiamo definirlo auto-esodo, non è più una novità” […] “Si transita attraverso la disoccupazione per poi andare direttamente in pensione. Nessuno di noi è meravigliato, qualcuno ne ha anche parlato apertamente. Il periodo della disoccupazione copre i mesi che mancano al pensionamento e, intanto, non si viene al lavoro. Queste persone si sono fatte cacciare, né più, né meno”.
La Naspi costituisce un ponte per due anni.
E allora viene da chiedersi se non sia il caso di prevedere normativamente questa fattispecie ponendo dei paletti nel rispetto dei tanti che ora stanno per esaurire la Naspi e rischiano di trovarsi senza sussidio e senza entrate involontariamente e senza colpe in un periodo critico come quello che stiamo vivendo. Due pesi e due misure?