Il mancato default di El Salvador ha fatto schizzare i prezzi dei bond fino al 240% da luglio

I bond di El Salvador hanno preso la rincorsa dall'estate scorsa, quando si temeva che il paese sarebbe andato presto in default.
2 anni fa
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Bond El Salvador, terzo riacquisto di bond per quest'anno
Bond El Salvador, terzo riacquisto di bond per quest'anno © Licenza Creative Commons

Il default di El Salvador non c’è stato. Certo, le agenzie di rating suonano l’allarme, anzi hanno complessivamente rivisto al ribasso il loro giudizio sul debito sovrano dello stato centroamericano anche di recente. Per S&P vale appena CCC+, per Fitch CC e Moody’s Caa3. In pratica, i bond di El Salvador sono profondamente “spazzatura”, dato l’elevatissimo rischio di credito che comporta acquistarli. Tuttavia, il ministro delle Finanze, Alejandro Zelaya, non ha tutti i torti quando afferma che la stampa internazionale ha dato gran risalto alle notizie negative sulle condizioni fiscali del paese, salvo ignorare che il bond da 800 milioni di dollari in scadenza a gennaio sia stato interamente ripagato con gli interessi.

La prossima scadenza rilevante si avrà solo a fine 2025, quando dovranno essere rimborsati altri 800 milioni.

Il mercato sconta nei prezzi l’alto rischio, anche se negli ultimi mesi ha iniziato a rivedere in meglio le sue previsioni. Prendete proprio il bond El Salvador in scadenza il 3 dicembre 2025 e cedola 5,875% (ISIN: USP01012AS54). Ancora oggi, offre un rendimento lordo annuale superiore al 20%, tantissimo per un’obbligazione della durata di poco superiore ai due anni e mezzo. Esso è compatibile con l’attesa di un default. Ma va detto che la quotazione ormai supera gli 80 centesimi. Nel luglio scorso era precipitata ad un minimo di 23,35 centesimi. In appena nove mesi, un’esplosione superiore al 240%.

Futuri bond El Salvador legati a Bitcoin

Lo stesso dicasi per il bond con scadenza il 10 aprile 2032 e cedola 8,25% (ISIN: XS0146173371). Rendimento sopra il 21% e quotazione a quasi 52 centesimi dai meno di 23 di luglio. Il rimbalzo è stato prossimo al 130%. Il guaio è che il presidente Nayib Bukele rifiuta di accettare le condizioni poste dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) per ricevere il prestito da 1,3 miliardi di dollari. Rifiuta di seguire le politiche di austerità fiscale e, soprattutto, non indietreggia rispetto ai suoi propositi di emettere i cosiddetti vulcano bond, vale a dire titoli di stato legati ai Bitcoin.

Per l’FMI minacciano la sostenibilità del debito ed espongono il paese alla volatilità della “criptovaluta”.

Ma Bukele ritiene che Bitcoin sarà un faro per lo sviluppo economico e finanziario del piccolo paese e nel settembre del 2021 lo ha reso valuta legale. Punta ad emettere bond legati ai Bitcoin per 10 miliardi di dollari in 10 anni, una cifra elevatissima per un’economia da meno di 30 miliardi di dollari. Il tracollo delle quotazioni delle monete digitali aveva fatto immaginare in un accantonamento del progetto. Ma a novembre Bukele ha ordinato alla banca centrale di acquistare un Bitcoin al giorno. La risalita delle quotazioni sopra 30.000 dollari rende più probabile l’avvio delle emissioni, sebbene la prima si sarebbe dovuta tenere nell’autunno del 2021 e da allora sia stata rinviata di mese in mese e di trimestre in trimestre.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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