Manovra e riforma pensioni: finestre 7 mesi e pensioni anticipate tagliate? nuovi pensionamenti a rischio

Ci saranno vertici di maggioranza, summit e probabilmente presto anche i sindacati torneranno ad essere ascoltati. L’argomento manco a dirlo saranno sempre le pensioni e la riforma delle pensioni. In base alle ultime indiscrezioni ci sarebbe più di qualcosa da dire. Perché gli scenari futuri tutto sono tranne che rosei. Infatti c’è il rischio che per sistemare le pensioni e per riformare il sistema si arrivi addirittura a peggiorarlo più che a migliorarlo. Fa specie infatti anche la sola ipotesi di arrivare a mettere mano a pensioni che fino ad oggi, novità dopo novità e manovra finanziaria dopo manovra finanziaria,
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3 mesi fa
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In pensione nel 2025: ecco come andarci 5 mesi prima, la soluzione da sfruttare
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Ci saranno vertici di maggioranza, summit e probabilmente presto anche i sindacati torneranno ad essere ascoltati. L’argomento manco a dirlo saranno sempre le pensioni e la riforma delle pensioni. In base alle ultime indiscrezioni ci sarebbe più di qualcosa da dire. Perché gli scenari futuri tutto sono tranne che rosei. Infatti c’è il rischio che per sistemare le pensioni e per riformare il sistema si arrivi addirittura a peggiorarlo più che a migliorarlo.

Fa specie infatti anche la sola ipotesi di arrivare a mettere mano a pensioni che fino ad oggi, novità dopo novità e manovra finanziaria dopo manovra finanziaria, sono state praticamente inattaccabili.

Parliamo naturalmente delle pensioni di vecchiaia e di quelle anticipate, anche se queste ultime a dire il vero già nel 2024 qualche modifica peggiorativa l’hanno subita eccome.

Le pensioni di vecchiaia e il loro requisito contributivo

Da quando è stato applicato l’ultimo scatto relativo alle aspettative di vita nel 2019, nulla più è cambiato per quanto riguarda la pensione di vecchiaia. Dal primo gennaio 2019 si passò da 66 anni e 7 mesi come età pensionabile a 67 anni. E sempre con 20 anni di contributi. Dal 2010 ad oggi i requisiti sono rimasti sempre gli stessi. E fino al 2026 dovrebbero essere questi.
Usiamo il condizionale perché effettivamente mai dire mai e alcune voci mettono in discussione una cosa fino ad oggi mai toccata, ovvero i 20 anni di contributi.

In pratica sembra che ci sia il pericolo concreto che si voglia rivedere in peggio questa soglia dei 20 anni, magari portandola a 25 anni. Un cambio mica da poco, perché sono pur sempre 5 anni in più che potrebbero causare una piccola platea di esodati, cioè di coloro che convinti di poter andare in pensione con 20 anni di carriera hanno fermato la loro attività aspettando il 2025 per poter andare in pensione a 67 anni.

Legge Fornero e pensioni da ritoccare, ma oggi potrebbe andare peggio che in passato

Da una ipotesi all’altra e dalla pensione di vecchiaia a quella anticipata, cambia poco.

Perché sono ipotesi negative. E dire questo non è esagerato. Come anticipato in premessa, non sarebbe la prima volta che si ritocca la pensione anticipata ordinaria. Anche senza la riforma delle pensioni.

La misura nata con la legge Fornero al posto delle pensioni di anzianità infatti già nel 2024 ha visto un inasprimento inserito però sottotraccia. Perché non è stato ritoccato l’unico requisito previsto per la misura, ovvero quello contributivo. Nulla è cambiato nel 2024 rispetto agli ultimi anni. I lavoratori hanno potuto lasciare il lavoro sempre con 42 anni e 10 mesi di età e senza badare ad alcun requisito anagrafico. Lo stesso hanno potuto fare le donne, ma con 41 anni e 10 mesi di versamenti.

Il cambiamento, celato e nascosto, tanto per dire di non aver inasprito il requisito contributivo, parte dalle finestre di decorrenza. Fino alla modifica la pensione anticipata ordinaria veniva percepita dagli interessati, dal primo giorno del mese successivo al raggiungimento dei requisiti. Quindi dal mese successivo a quello del completamento dei 42,10 anni di versamenti per gli uomini e 41,10 per le donne. Adesso però per la decorrenza della pensione bisogna aspettare 3 mesi, per la cosiddetta finestra.

Manovra e riforma pensioni: finestre 7 mesi e pensioni anticipate tagliate? nuovi pensionamenti a rischio

Ed è proprio sulla finestra che anche questa volta si potrebbe intervenire. Ripetiamo, sono solo ipotesi, ma il solo fatto che se ne parli vorrà dire pur sempre qualcosa. Ecco quindi che si potrebbe arrivare alla decorrenza posticipata di 6 o 7 mesi. Di fatto un inasprimento tra i 3 ed i 4 mesi. Anche perché così si allinea la pensione anticipata alle pensioni a quota.

Finestre lunghe sono state sempre la costante per la quota 100, la quota 102 o la quota 103.

Anzi, a far data dal primo gennaio 2024, la quota 103 è passata da una decorrenza di 3 e 6 mesi rispettivamente per il settore privato e per il settore pubblico, ad una finestra di 7 e 9 mesi.
Un’altra ipotesi per così dire allarmante per le pensioni anticipate è pure quella del ricalcolo contributivo della prestazione. Difficile si arrivi a tanto, ma un piccolo ragionamento è stato fatto, c’è da scommetterci. Anche perché la riforma delle pensioni resta difficile.

Visto che il sistema viaggia spedito verso il calcolo contributivo di tutti i trattamenti, perché non prevedere tanto anche per le pensioni anticipate ordinarie. Certo, sarebbe il provvedimento più impopolare mai varato per le pensioni, forse secondo solo alla legge Fornero nel suo insieme. Ma cambiare le carte in tavola penalizzando fino al 30% ed oltre i lavoratori che hanno oltre 18 anni di versamenti al 31 dicembre 1995, eliminando per loro il calcolo misto (retributivo fino al 2012) per calcolare la pensione tutta con il metodo contributivo sarebbe davvero una esagerazione.

 

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

9 Comments

  1. Buongiorno,

    dentro il “pentolone” delle pensioni c’è una varietà incredibile!!
    Basta pensare a tutti quei dipendenti statali che con poco più di 17 anni sono andati in pensione…e casomai lo sono da 40 anni!!
    O i politici che percepisco pensioni a vita dopo avere contributo per solo pochi anni.
    Mettiamo tutto dentro il calcolo, senza vitalizi.
    Facciamo lavorare l’intelligenza artificiale e vediamo cosa ne esce…o è troppo tardi??
    Saluti

  2. Buongiorno,
    Non e’ mai troppo tardi.
    Un sistema previdenziale uguale per tutti? un utopia, forse, si’
    Il sistema previdenziale dovrebbe essere uguale per tutti, poi si andra’ a vedere ed agevolare
    chi svolge vere attivita’ soggette ad usura.
    Ho 40 anno di contributi, e seguo la carota davanti al mio naso come i cavalli che macinavano il grano in Giappone girando in tondo tutto il giorno e raggiungendola solo al calar della sera,
    Per vincere dobbiamo rimanere in salute, sic!!!
    Difficile anche questo obbiettivo con l’aria che tira.
    Cordialita’,

  3. Incentivato all’esodo da Poste Italiane sono uscito dal lavoro il 30 giugno scorso raggiungo i requisiti di 42 anni e 10 mesi a novembre 2025 con 64 anni di eta’ e dovrei riscuotere la prima pensione il 1 marzo 2026 rischio qualcosa ? Grazie

  4. Per la riforma pensioni dare la possibilità a che è nel misto di poter scegliere il contributivo puro che prevede la possibilità di uscire a 64 anni con le condizioni previste. Di più non credo sia possibile ottenere e quanto detto sarebbe un opportunità per i lavoratori senza costi per lo stato ( è un win to win)
    Cordialmente

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Ecco perché adesso può arrivare una riforma pensioni a 64 anni con 25 di contributi in alternativa alla pensione di vecchiaia ordinaria.
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