Manovra finanziaria bis 2011: Iva al 21% e ritorno contributo solidarietà

Il governo presenta un maxiemendamento alla manovra finanziaria. L'anticipo dell'innalzamento progressivo dell'età pensionabile delle donne tra i provvedimenti più importanti
13 anni fa
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Maxiemendamento manovra finanziaria 2011

Sembrava che le modifiche alla recente manovra finanziaria avessero carattere di definitività, ma alla fine il governo, dopo un breve consulto tra i maggiori esponenti della maggioranza, ha deciso di introdurre alcune modifiche. In particolare nella giornata di oggi il parlamento dovrebbe approvare il nuovo maxiemendamento che contiene diverse modifiche, alcune delle quali particolarmente significative.

In uno stringato comunicato stampa viene dato atto che da un consulto tra il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, il ministro dell’economia e delle finanze Giulio Tremonti ed il ministro dell’interno Maroni l’esecutivo formulerà un maxiemendamento contenente le modifiche concordate.

Aumento Iva manovra  -In particolare Palazzo Chigi ha annunciato l’aumento dell’ Iva di un punto percentuale, e quindi l’iva per i beni non di prima necessità passa dal 20 al 21 per cento. Secondo la relazione tecnica allegata al maxi emendamento l’aumento dell’ iva produrrà un maggior gettito pari a circa 700 milioni di euro per quanto riguarda il 2011 e di 4,23 miliardi di euro per quanto riguarda il 2012. Tali importi saranno interamente destinata al miglioramento dei conti pubblici. Il ritocco dell’iva riguarderà per la maggior parte i consumi del nord Italia, dove  l’aumento di un punto percentuale garantirà una maggiorazione di gettito pari a 2,7 miliardi, mentre la restante parte sarà garantita dalle regioni centrali e meridionali.

Aumento Iva 2011 – Per ora il governo esclude interventi sui beni ed i servizi che hanno aliquote agevolate ( al 4 ed al 10 per cento). In un primo momento la maggior parte degli esponenti dell’esecutivo avevano descritto l’aumento dell’iva come un jolly al quale attingere solo in particolari situazioni e si pensava di proporlo non nella manovra finanziaria ma in un disegno di legge apposito. Tuttavia la copertura alla manovra non era completa e l’intervento sull’imposta sul valore aggiunto si è reso necessario.

Contributo solidarietà manovra 2011 – Dal comunicato stampa emanato dall’esecutivo sembra spuntare nuovamente fuori il contributo di solidarietà, sebbene diversamente modulato. Attualmente l’aggravio di irpef dovrebbe riguardare i contribuenti che dichiarano oltre 300.000 euro annui lorda ed avere una aliquota del 3 per cento. Pertanto si avranno due sorta di contributi di solidarietà: uno, con aliquota 3 per cento, inerente i lavoratori dipendenti che dichiarano oltre 300.000 euro all’anno ( sono circa 34.000 in base alle dichiarazioni fatte) ed uno riguardante i soli dipendenti pubblici che guadagnano oltre 90.000 euro ( con aliquote del 5 per cento sino alla soglia dei 150.000 e del 10 per cento oltre tale soglia).

Innalzamento età pensionabile – Il maxiemendamento modificherà le norme riguardanti le pensioni, e quindi viene anticipata l’adeguamento delle pensioni delle donne che lavorano nel settore privato. In pratica l’emendamento anticipa al 2014, invece che nel 2016, l’entrata in vigore della norma. Per le lavoratrici dipendenti del settore pubblico invece non cambia la norma, pertanto già dal 2012 andranno in pensione raggiunti i 65 anni di età. Nuove modifiche quindi dopo che la manovra di luglio aveva variato i requisiti per l’ottenimento della pensione di anzianità. Infatti si era introdotto un meccanismo di crescita graduale che avrebbe portato l’ età della pensione a 65 anni a partire dal 2020. Successivamente tale data era stata anticipata al 2016 ed ora è stata attualmente modificata. Inoltre occorre tenere conto che in base alle recenti modifiche vi è un meccanismo automatico che prevede periodicamente delle revisioni all’età della pensione in base alle aspettative di vita.

Pareggio bilancio costituzione  – Inoltre è stato annunciato che a breve l’esecutivo formulerà dei disegni di legge di modifica costituzionale al fine di inserire alcune delle iniziative già annunciate.  In particolare verrà proposta la modifica dell’articolo 81 della costituzione inserendo all’interno il vincolo del pareggio di bilancio. Il ministro Tremonti, in alcune recenti dichiarazioni, aveva espresso il desiderio di porre il vincolo per tutti gli enti pubblici e che siano contenuti anche i casi in cui è possibile ricorrere all’indebitamento ( ad esempio periodi straordinari, congiuntura economica negativa).

Probabile inserimento anche di un controllo preventivo e successivo. Il primo sarà realizzato ad un organo ad hoc, mentre il secondo viene effettuato dalla Corte dei Conti.

Manovra province – Inoltre un altro disegno di legge modificherà l’articolo 114 della Costituzione che riporta che la Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. In particolare tale modifica dovrebbe rendere possibile l’abolizione delle provincie ed il conseguente riparto delle funzioni ad altri enti. Tuttavia il comunicato stampa riporta anche già da giovedì le attribuzioni delle province saranno trasferite alle regioni.

Accorpamento comuni – Al riguardo si segnala che le province sono corse ai ripari ed hanno proposto esse stesse, attraverso l’Upi, una modifica delle competenze a livello provinciale. La proposta di legge pone dei paletti in merito alla razionalizzazione della province, alla soppressione di enti inutili o all’accorpamento dei comuni con popolazione sotto i 1.000 abitanti. Attraverso l’accorpamento di alcuni enti e la soppressione di altri ( come ad esempio i consorzi di bonifica, gli enti parco regionali, gli ato, ed altri) si dovrebbero ottenere consistenti risparmi e tagliare la spesa pubblica. A favore delle province occorre ricordare che tali enti pesano sul bilancio statale per circa l’1,5 per cento del totale, e gli enti strumentali di regioni, provincie e comuni pesano costano ogni anno circa 7 miliardi di euro. Con la proposta dell’Upi si otterrebbe l’obiettivo di ridurre i costi della politica, obiettivo condiviso  da tutti, ma non l’abolizione delle province o di altri enti, visto che in Europa esistono quasi ovunque gli enti pubblici intermedi tra il comune e lo Stato.

 

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Qualcuno è sempre meno uguale.

 

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