Manovra Governo, servono 10 miliardi per taglio del cuneo fiscale

La manovra finanziaria del governo 2025 punta a mantenere il taglio del cuneo fiscale e la riforma dell'Irpef. Scopri le possibili misure fiscali e i tagli proposti per trovare i 10 miliardi necessari
2 mesi fa
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Giorgetti minaccia golden power su Unicredit-Banco BPM
Giorgetti minaccia golden power su Unicredit-Banco BPM © Licenza Creative Commons

Il governo italiano è impegnato nella preparazione della manovra finanziaria per il 2025, un passo cruciale per garantire la stabilità economica del Paese. La nuova legge di bilancio dovrà essere approvata entro la fine dell’anno, ma i vincoli legati al deficit e alle normative europee rendono il processo particolarmente complesso. Tra gli obiettivi principali della manovra c’è il mantenimento del taglio del cuneo fiscale e della riforma dell’Irpef, già approvati nel 2023. Queste misure non mirano a ridurre ulteriormente le tasse sul lavoro, ma a mantenerle ai livelli del 2024, evitando un aumento del carico fiscale per lavoratori e imprese.

Il costo del mantenimento delle misure fiscali

Per confermare il taglio del cuneo fiscale e la riforma dell’Irpef, il governo deve reperire circa 25 miliardi di euro. Di questi, 15 miliardi sono stati individuati grazie all’aumento delle entrate fiscali, favorito dall’inflazione che ha gonfiato i prezzi. Tuttavia, restano da trovare altri 10 miliardi. Le soluzioni in discussione includono un possibile aumento delle accise sul diesel, una tassa sugli extraprofitti delle aziende e dei tagli lineari al budget dei vari ministeri. La conferma del taglio del cuneo fiscale è essenziale non solo per l’economia italiana, ma anche per la stabilità politica del governo.

Il mancato rifinanziamento di questa misura, introdotta nel 2024, potrebbe essere visto dai cittadini come un aumento delle imposte sul lavoro, con conseguenze negative sia a livello economico sia elettorale. Un aumento della pressione fiscale rallenterebbe la già fragile crescita economica e metterebbe a rischio i progressi ottenuti in termini di occupazione. L’inflazione ha, in parte, aiutato il governo a coprire una parte del costo della manovra, ma resta il problema di trovare fondi sufficienti per garantire la continuità di queste politiche nei prossimi anni. Ogni manovra futura dovrà prevedere la necessità di reperire fondi per sostenere misure che, pur essendo temporanee, hanno un impatto significativo sul bilancio statale.

Manovra Governo, possibili aumenti delle tasse per coprire il deficit

Una delle ipotesi più discusse riguarda l’aumento delle tasse per raccogliere i fondi necessari. Tra le opzioni più plausibili vi è la tassa sugli extraprofitti delle banche e delle aziende, un prelievo che consentirebbe di recuperare parte dei 10 miliardi mancanti. Tuttavia, questa soluzione presenta delle criticità: da un lato, potrebbe compromettere la liquidità delle imprese, rallentando investimenti e innovazione; dall’altro, potrebbe scontentare l’elettorato, soprattutto alla luce delle promesse elettorali di riduzione delle imposte.

Altre proposte, come l’aumento delle accise sul gasolio per equipararle a quelle sulla benzina, sono politicamente delicate. Tale misura, infatti, contraddirebbe esplicitamente alcuni punti del programma della coalizione di governo, creando potenziali frizioni all’interno della maggioranza. Infine, l’aumento delle tasse sulle sigarette, pur essendo una proposta meno impopolare, non sarebbe sufficiente a finanziare una misura di portata così rilevante come il taglio del cuneo fiscale.

I tagli alle spese come alternativa all’aumento delle tasse

Un’altra via che il governo potrebbe percorrere è quella del taglio alle spese pubbliche, una misura tradizionalmente associata a politiche di destra. Nei mesi precedenti, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha chiesto ai ministeri di presentare piani di razionalizzazione delle spese, una sorta di “spending review” volta a ridurre i costi senza compromettere la qualità dei servizi. Tuttavia, i risultati ottenuti finora sono stati scarsi, e molti ministeri non sono riusciti a proporre piani concreti di riduzione delle uscite.

Di fronte a questa situazione, Giorgetti potrebbe decidere di applicare i cosiddetti tagli lineari, ovvero una riduzione uniforme delle risorse destinate ai vari ministeri. Questa strategia potrebbe aiutare a contenere il deficit, ma rischierebbe di incidere negativamente su settori chiave come la sanità, l’istruzione e le politiche sociali.

Il bilancio dello Stato è composto da molte voci di spesa difficili da ridurre, come il rimborso del debito pubblico, le pensioni e la difesa, lasciando poche aree su cui intervenire.

In sintesi…

  • Il governo sta lavorando alla manovra finanziaria per il 2025, con l’obiettivo di mantenere il taglio del cuneo fiscale e la riforma dell’Irpef, ma deve trovare 10 miliardi di euro per coprire i costi.
  • Tra le soluzioni proposte per reperire i fondi ci sono l’aumento delle tasse sugli extraprofitti delle aziende e delle banche, le accise sul diesel e l’aumento delle tasse sulle sigarette, anche se queste misure sono politicamente delicate.
  • Il governo potrebbe optare per tagli alle spese pubbliche, ma molti ministeri non hanno presentato piani concreti, lasciando la possibilità di applicare tagli lineari a settori come la sanità e l’istruzione.

Daniele Magliuolo

Redattore di InvestireOggi.it dal 2017 nella sezione News, si occupa di redazione articoli per il web sin dal 2010.
Tra le sue passioni si annoverano cinema, filosofia, musica, letteratura, fumetti e altro ancora. La scrittura è una di queste, e si dichiara felice di averla trasformata in un vero e proprio lavoro.
Nell'era degli algoritmi che archiviano il nostro sentire al fine di rinchiuderci in un enorme echo chamber, pone al centro di ogni suo articolo la riflessione umana, elemento distintivo che nessuna tecnologia, si spera, potrà mai replicare.

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