Il 20 settembre è la data che il Governo Meloni ha segnato in calendario per consegnare il suo programma a Bruxelles. Ma per finanziare il nuovo piano c’è bisogno di una Manovra che sia soddisfacente dal punto di vista economico, senza però minare il tessuto sociale e gli equilibri del sistema. Ovviamente, i tagli alla spesa pubblica rimangono una necessità alla quale non si può fare a meno, con sanità e scuola che rischiano seriamente di finire ridotti all’osso. La coperta è corta, c’è poco da fare.
Incentivare gli straordinari
La destra non molla, e dopo le discussioni sulle pensioni, spingendo su incentivi per chi rifiuta l’uscita anticipata, propone sostanzialmente la stessa cosa anche per gli straordinari. Insomma, il Governo continua a spingere sul lavoro, argomento che interessa milioni di italiani i quali oggi si trovano a dover fronteggiare una pressione fiscale sempre più opprimente. Certo, l’uomo per natura vorrebbe affrancarsi dal lavoro, lo stanno capendo molte politiche estere che propongono orari sempre più ridotti al fine di salvaguardare la salute psicofisica del lavoratore e migliorarne quindi anche le prestazioni. L’Italia invece sembra ignorare questa verità e addirittura rilancia.
Del resto, il Piano strutturale di bilancio da consegnare entro il 20 settembre al Parlamento Europeo incombe e bisogna in qualche modo completare la manovra. La flat tax è stata già sperimentata sui settori turistico e sanitario con una riduzione del 15% delle tasse, ora va estesa a tutti i settori produttivi del Paese. A tremare quindi stavolta sarà il fisco, che si verrà ridotto di non poco nei suoi incassi. Per molti oggi infatti fare straordinari è un’arma a doppio taglio, poiché si rischia di finire in scaglioni Irpef salatissimi e il gioco non vale la candela.
Manovra, il problema dei tagli alla spesa pubblica
Nonostante, come dicevamo, la questione lavoro è più complessa di quel che sembra, e gli uomini per natura dovrebbero tendere a creare un sistema che permetta loro di affrancarsi dal lavoro, allo stato attuale delle cose la manovra del Governo sugli straordinari potrebbe comunque funzionare, o quanto meno rivelarsi fortunata, almeno per molti lavoratori. C’è però sempre l’annoso problema della spesa pubblica. Il ministro Giorgetti sta effettuando soluzioni mirate, puntando al dettaglio senza quasi nemmeno farsi notare. Al momento il lavoro sembra essere stato fatto egregiamente, con sanità e istruzione che non sono stati toccati dal bisturi, nonostante l’inflazione continuasse a salire. Ora però gli equilibri devono essere ridisegnati e non sarà facile divincolarsi tra pensioni, prestazioni sociali e quant’altro.
Istruzione, sanità e difesa spesso devono accontentarsi delle briciole, così come è accaduto nella Manovra del 2022, quando la protezione sociale si è accaparrata il 42,3% delle risorse economiche del paese. In qualche modo sarà necessario trovare i fondi per finanziare il nuovo piano nazionale, ma ormai i giorni sono contati, a breve sapremo quali saranno le soluzioni che la Meloni e gli altri adotteranno.
I punti chiave…
- pronta la Manovra per finanziare il nuovo piano;
- i tagli alla spesa pubblica rimangono una necessità;
- si punta anche a una detassazione degli straordinari per invogliare i lavoratori a fare più ore.