Mansioni da contratto e patto di demansionamento: che cosa cambia?

Cambio mansioni: quando serve accordo e quando il datore di lavoro può decidere da solo. Limiti e tutele: facciamo chiarezza.
5 anni fa
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Che valore hanno le mansioni nel contratto e quando è legittimo il demansionamento del dipendente? Quali requisiti e presupposti devono verificarsi? Soprattutto in seguito alla pubblicazione di un articolo su questo delicato argomento nell’ottica del diritto al reddito di cittadinanza (se te lo sei perso lo trovi a questo link), abbiamo ricevuto diverse richieste di consulenza da parte di lettori con dubbi sulla legittimità di cambio mansioni a lavoro.

Mansioni da contratto e ius variandi: quando il datore ha questo potere

A volte, le mansioni possono sembrare intuitive in base alla posizione e al ruolo.

Tuttavia queste dovranno essere sempre specificate nel contratto. Non basta quindi prevedere l’inquadramento contrattuale del lavoratore ma bisognerà specificare le mansioni che sarà chiamato a svolgere. In linea generale ci sono dei  paletti stringenti alla discrezionalità dello ius variandi in capo al datore di lavoro.

Le mansioni possono essere modificate senza limiti solo se:

  • non viene mutato l’inquadramento contrattuale;
  • si scende, al massimo, alle mansioni di livello di inquadramento contrattuale inferiore perché sussistano esigenze organizzative che incidono direttamente sul posto di lavoro del dipendente. Deve peraltro restare salvo il diritto del dipendente a preservare il livello di inquadramento contrattuale precedente e la retribuzione corrispondente.

Facciamo un esempio pratico: se un ristorante-pizzeria dismette il secondo servizio, per evitare di dover licenziare il pizzaiolo, il datore può spostarlo ad altre mansioni ma mantenendo inalterato inquadramento e stipendio.

Altra ipotesi è quella dello cd svuotamento delle mansioni. In pratica si configura quando al dipendente non viene affidato alcun incarico, per svilirne il ruolo. Questa condotta è illegittima e prevede la possibilità di chiedere il risarcimento dei danni (cd danno da inattività). Lavorare, infatti, non è solo un dovere del dipendente ma anche un suo diritto. In alcuni casi la giurisprudenza ha riconosciuto che si tratta di mobbing.

Che cos’è e come funziona il patto di demansionamento

Quella appena vista è dunque la regola generale.

L’unica eccezione è rappresentata dal cd patto di demansionamento. In questo caso si presuppone un accordo tra datore di lavoro e dipendente per una modifica sostanziale del rapporto di lavoro che comporti la riduzione del livello di inquadramento, delle mansioni ed eventualmente  anche della retribuzione.

Condizioni di ammissibilità sono:

  • esigenza di mantenere il posto di lavoro del dipendente;
  • favorire una ottimale conciliazione tra tempi di vita e di lavoro;
  • concedere di percorrere percorsi formativi e professionali alternativi.
  • conciliatore sindacale;
  • Ispettorato territoriale del lavoro;
  • commissioni di certificazione dei contratti di lavoro;
  • giudici del lavoro.

Alessandra De Angelis

In InvestireOggi.it sin dal 2010, svolge il ruolo di Caporedattrice e titolista, e si occupa della programmazione e selezione degli argomenti per lo staff di redazione.
Classe 1982, dopo una laurea in giurisprudenza lavora all’estero per poi tornare in Italia. Cultrice dell'arte della scrittura nelle sue diverse declinazioni, per alcuni anni si è anche occupata di Content Seo per alcune aziende del milanese.

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