E’ entrato in vigore dal 6 aprile scorso l’articolo 570 bis c.p. che prevede il carcere per i padri divorziati che non versano l’assegno di mantenimento ai figli. Analizziamo la portata del cambiamento e le prime reazioni.
Il nuovo articolo 570 bis del codice penale prevede fino a un anno di reclusione o una multa fino a 1.032 euro. E difficilmente chi ha difficoltà economiche a pagare potrà permettersi la multa. Ecco perché alcuni hanno fatto notare in maniera critica che la norma andrà a penalizzare i padri divorziati in difficoltà mentre “i furbetti” se la caveranno con la multa.
Va specificato, ad onor del vero e per non creare allarmismi, che il carcere non scatta subito per chi non adempie all’obbligo; si tratta più che altro di una sorta di “ammonimento”.
Carcere per il padre che non versa l’assegno per il figlio: giusto o sbagliato?
L’Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani ha accolto con favore il provvedimento, ritenuto “necessario”. Nella nota di commento alla legge che prevede il carcere per i padri divorziati che non contribuiscono al mantenimento dei figli, si legge che questo “arriva a mettere finalmente ordine su una questione dibattuta da anni. Ora non ci sono più dubbi sul fatto che il non pagare costituisce reato. E da questo momento, se non si dimostra l’assoluta impossibilità di pagare si può essere condannati”.
Per molte donne che mantengono i figli da sole è un tassello imprescindibile per assicurare giustizia.
Polemica sui social invece tra i padri divorziati, che più volte hanno cercato di far sentire la loro voce. Uomini che si autodefiniscono “spolpati” dalla legge e dalle ex mogli, ormai in alcuni casi perfino costretti a fare la fila alla Caritas per mangiare.
La norma inoltre appare lacunosa nella parte in cui non include i figli maggiorenni di ex conviventi non sposati.
Seguiremo le modalità con cui la recente novità legislativa verrà applicata. Intanto per raccontarci la vostra storia o chiedere assistenza non esitate a scrivere alla nostra redazione all’indirizzo [email protected]. Riceviamo molte email quindi ci scusiamo in anticipo per i tempi di attesa ma stiamo cercando di rispondere a tutte le richieste di informazione e consulenza e di dare visibilità alle vostre storie.