L’editoriale firmato oggi, martedì 9 luglio 2013, da Marco Travaglio si intitola “Oggi sposi” ed è un commento al governo di larghe intese e al mancato accordo tra Pd e Movimento 5 Stelle.
La proposta di Bersani a Grillo era inaccettabile
Il giornalista de Il Fatto presenta la sua versione partendo da una semplice osservazione della realtà che smentisce quanto dichiarato da Bersani. L’ex leader del Pd ha infatti accusato Grillo di aver rifiutato la sua proposta di alleanza impedendo così la nascita del “governo del cambiamento” ma “la verità è testarda. Magari fatica ad affermarsi, specie quando l’informazione è fatta apposta per depistarla. Ma alla fine prorompe fuori”. L’Unità appoggiò la teoria di Bersani, scrivendo che Grillo aveva stretto “un patto con Berlusconi”, posto che quest’ultimo, come si legge all’inizio dell’editoriale, è il vero vincitore del governo di larghe intese.
Travaglio parte dalla
diretta streaming dell’incontro Bersani-Letta-Crimi-Lombardi per sostenere che “Bersani non propose affatto ai 5Stelle di entrare in un governo di cambiamento: altrimenti non si sarebbe proposto come premier dopo aver perso le elezioni, con la lista dei ministri Pd-Sel già pronta, e col programma già scritto (i famosi 8 punti di sutura)”. La richiesta di Bersani era quindi quella di dare fiducia ad un governo di minoranza il che sarebbe stato un tradimento alle promesse fatte agli elettori grillini. “spazzare via “Pdl e Pdmenoelle” non può voler dire “sposare a scatola chiusa un monocolore Pd+Sel. Tantopiù senz’avere voce in capitolo nella scelta del premier e dei ministri, né tantomeno nel programma. Che, a parte qualche accenno al “
web” e al “
wi-fi” (le classiche perline colorate dei colonialisti per abbindolare i pigmei), non conteneva alcun punto qualificante del
programma 5Stelle (No-Tav, via i fondi pubblici ai partiti ecc.)”.
Bersani non ha mai voluto il governo del cambiamento con Grillo
La proposta che il Movimento 5 Stelle non avrebbe potuto rifiutare in realtà non arrivò mai: “un governo presieduto da un indipendente col programma aperto ad alcuni cavalli di battaglia del M5S”.
Anzi l’ostruzionismo del Pd verso questa soluzione si è evidenziato anche in seguito alla proposta di Rodotà al Colle. Insomma bastava guardare i fatti e le registrazioni ma ora arriva anche la confessione di Bersani: “
Mica io volevo fare l’alleanza con Grillo! Son mica matto! Proponevo: su 8 punti di cambiamento avviamo la legislatura, consentite come ritenete – mica mi rivolgevo solo a loro, a tutti quanti” Dichiarazioni che, scrive ancora Travaglio, rendono inadatta anche la definizione di inciucio: l’
inciucio si fa tra diversi, e questi ormai sono uguali. Un partito unico.