Se si pensava che il ritorno di Mario Draghi facesse piacere a tutti, allora ci si sbagliava di grosso. E non parliamo di un ritorno sulla scena politica nostrana, ma del suo impegno per risollevare l’economia europea con il nuovo piano sulla competitività. Ebbene, a quanto pare le sue mosse non sono gradite a tutti e c’è chi sta già cercando di ostacolarne l’attuazione. Vediamo di chi si tratta.
Non tutti sono convinti
Il famoso e ambizioso piano competitività presentato da Draghi non ha raccolto solo favori, ma c’è anzi anche chi è fortemente contrario.
Una delle principali voci critiche contro il piano di Mario Draghi è quella di Margrethe Vestager, la commissaria uscente alla concorrenza. Vestager ha guidato per cinque anni le politiche antitrust dell’UE e ha espresso preoccupazioni riguardo alla creazione di campioni continentali tramite fusioni e acquisizioni. Secondo la politica danese, allentare le regole sulla concorrenza potrebbe aprire un “vaso di Pandora”, con conseguenze imprevedibili per il mercato interno europeo. Vestager teme che favorire fusioni tra grandi aziende possa ridurre la concorrenza, penalizzando i consumatori europei, che si troverebbero con meno scelta e prezzi più elevati. Secondo lei, la competizione a livello internazionale non dovrebbe compromettere quella all’interno dell’Unione Europea.
Il sostegno della nuova commissione a Mario Draghi
Nonostante le critiche di Vestager, la nuova commissione sembra orientata a sostenere la visione di Mario Draghi. La prossima commissaria alla concorrenza, Teresa Ribera, è vista come una figura chiave per riformare le regole europee in materia di fusioni e acquisizioni. Ribera, socialista spagnola e vice presidente della Commissione, potrebbe introdurre modifiche normative per facilitare la creazione di campioni continentali, un passo che potrebbe segnare una svolta nella politica economica dell’Unione. Il dibattito sulla competitività europea solleva importanti questioni sul futuro dell’economia continentale. La necessità di creare aziende europee in grado di competere su scala globale è evidente, ma il modo per raggiungere questo obiettivo resta oggetto di accese discussioni.
Se da un lato c’è chi, come Mario Draghi, vede nelle fusioni una via obbligata, dall’altro c’è chi, come Vestager, sostiene che un mercato interno forte e competitivo sia la chiave per il successo globale. L’equilibrio tra concorrenza interna e competitività globale sarà uno dei temi centrali della nuova commissione europea, che dovrà decidere se seguire la linea di Draghi e facilitare le fusioni o mantenere un approccio più rigido come quello portato avanti da Vestager negli ultimi anni.
I punti più importanti…
- si propongono campioni continentali, grandi aziende europee in grado di competere con i colossi americani e cinesi, tramite fusioni e acquisizioni tra imprese europee;
- Margrethe Vestager è contraria a tale proposta;
- la nuova commissione UE però sposa appieno il piano di Draghi e gli conferma il suo appoggio.
Draghi è una pedina al soldo dei grandi capitali e bisogna diffidare delle sue politiche. È una persona da evitare.Mi auguro che scompaia presto dalle scene