Lo direste mai che esista ancora un titolo di stato in Italia capace di offrirvi una maxi-cedola pari a circa 30 volte il rendimento medio ponderato del nostro debito sul mercato secondario? Eppure, è così. E ha pure una durata residua abbastanza breve. Parliamo del BTp 1 novembre 2023 e tasso fisso del 9% (ISIN: IT0000366655).
Così alto? Già. Ma bisogna guardare alla data di emissione per capire perché. Il titolo venne collocato dal Tesoro sul mercato con questa maxi-cedola nel lontano autunno del 1993. Eravamo nell’era della lira italiana, l’euro era una prospettiva incerta per l’Italia e in quell’anno pagavamo il record di 12 punti percentuali di PIL alla voce “spesa per interessi sul debito pubblico”.
Tuttavia, questo BTp con maxi-cedola del 9% offre oggi un rendimento lordo del -0,18%. Infatti, a fronte dell’altissimo tasso d’interesse dovremmo acquistarlo a una quotazione di 123,5, cioè tra circa due anni e mezzo accuseremmo una minusvalenza del 19%. E questa, spalmata da qui alla scadenza, più che divorerebbe la maxi-cedola.
Maxi-cedola redditizia nell’ultimo anno
Detto questo, non significa che l’investimento sia sempre necessariamente in perdita. Dipende dalla data in cui si acquista e da quella in cui si vende. Ad esempio, chi avesse acquistato il BTp 2023 con maxi-cedola 9% un anno fa, oggi potrebbe avrebbe potuto rivenderlo realizzando un guadagno del 4% lordo, pari al 3,5% netto. Non male in un periodo di conti correnti a tassi zero e di rendimenti negativi fino alle medio-lunghe scadenze.
Un anno fa, il suddetto BTp si acquistava a quasi 127,50. Da allora, ha perso circa il 3%. D’altra parte, la maxi-cedola rapportata al valore dell’investimento è stata del 7%, cioè di 4 punti superiore alla perdita dovuta al deprezzamento.
Sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana risultano effettuati scambi per 517 milioni di euro dal maggio dello scorso anno ad oggi, a fronte di 8.137 contratti conclusi. Dunque, la media per contratto si è aggirata nell’ultimo anno sui 63.500 euro. Un po’ più alta della media che generalmente si riscontra per i contratti sui BTp. Evidentemente, la maxi-cedola non alletta solo e tanto le famiglie, quanto anche qualche investitore istituzionale dedito al trading speculativo sui bond.