Ancora un’emissione obbligazionaria da parte della banca d’affari statunitense, in questo caso assistita da Intermonte. Goldman Sachs ha collocato nelle scorse settimane sul mercato un bond con scadenza 20 giugno 2028 (ISIN: XS2552813722). E’ un titolo denominato in euro e già negoziabile sull’EuroTLX di Borsa Italiana, dove si può acquistare al momento sotto la pari, a circa 99,50 centesimi. E ciò non fa che accrescere il rendimento del titolo. Un investimento della durata di cinque anni è nelle corde delle famiglie italiane.
Nello specifico, il bond Goldman Sachs offre una cedola annua fissa lorda del 5,25% (3,89% netto) per i primi due anni. A partire dal terzo anno la cedola diventa variabile secondo un meccanismo “reverse”. Ecco in cosa consiste. L’obbligazionista riceverà un tasso pari alla differenza tra 5,25% ed Euribor a 3 mesi. Previsto un “cap” del 5,25% e un “floor” dell’1,20%. Cosa significa? In nessun caso, la cedola annuale potrà eccedere il 5,25% o potrà risultare inferiore all’1,20%. Dunque, l’investitore ottiene una sorta di paracadute nel caso in cui i tassi di mercato si muovessero nella direzione sbagliata. Allo stesso tempo, vedrà i guadagni limitati nel caso in cui la direzione fosse quella auspicata.
Bond Goldman Sachs, come funziona meccanismo ‘reverse’
Ecco come funziona esattamente. Se l’Euribor a 3 mesi sale sopra il 4,05%, la differenza sopra indicata scende sotto l’1,20%. Tuttavia, il bond Goldman Sachs staccherà una cedola minima pari proprio all’1,20%. Se l’Euribor a 3 mesi scende sottozero, la differenza di cui sopra sale sopra 5,25%. In questo caso, la cedola corrisposta sarà del 5,25% e non più alta. Al termine della settimana scorsa, questo tasso si attestava al 3,64%. Esso risulta seguire le sorti del tasso sui depositi bancari fissato dalla Banca Centrale Europea (BCE) al 3,50% a giugno e atteso al 3,75% per fine mese.
Cosa conviene all’obbligazionista? Evidentemente che i tassi scendano. Se questo accade, la cedola diventa più alta. Nello scenario migliore possibile, cioè se la cedola variabile fosse erogata ai livelli massimi dal terzo anno fino alla scadenza, il rendimento lordo medio annuo sarebbe del 5,25%. Al netto dell’imposta del 26%, scenderebbe al 3,89%. A titolo di confronto, il BTp a 5 anni viaggia al 3,95% lordo e 3,45% netto. Dunque, il bond Goldman Sachs offrirebbe un premio effettivo nell’ordine di quasi mezzo punto percentuale all’anno nello scenario più favorevole all’investitore.
In quello più avverso, cioè se la cedola variabile fosse staccata sempre all’1,20%, il rendimento medio lordo si attesterebbe nei cinque anni al 2,82%. Il rendimento netto sarebbe, invece, inferiore al 2,10%. Sarebbe difficile che ciò accadesse. Da qui ai prossimi due anni, verosimile che la BCE terrà i tassi alti per fermare l’inflazione. Dopodiché è altrettanto verosimile che i tassi scendano, tanto più velocemente quando più deboli saranno le condizioni macro nell’Area Euro. E il bond Goldman Sachs non sarebbe altro che una scommessa sulla discesa dei tassi, un modo per inserire in portafoglio asset alternativi ai titoli di stato e non per questo meno redditizi.