Cosa ci dice dell’Italia il medagliere olimpico di Parigi 2024

Le Olimpiadi si sono chiuse con l'Italia in nona posizione e davanti alla Germania nel medagliere. E siamo anche campioni della "sfortuna".
3 mesi fa
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Medagliere Olimpiadi Parigi 2024
Medagliere Olimpiadi Parigi 2024 © Licenza Creative Commons

Si sono conclusi Giochi Olimpici di Parigi 2024 e per l’Italia è stata la conferma di un trend ascendente per quelli che ci ostiniamo ancora a definire “sport minori”. Il medagliere ci vede in nona posizione, una più in alto rispetto a Tokyo 2020. E anche stavolta abbiamo vinto le stesse medaglie d’oro della Germania. Ma mentre in Giappone eravamo finiti sotto per il minore numero di argenti, ora siamo sopra per i 15 bronzi contro gli 8 degli atleti tedeschi. Piccole soddisfazioni, che ci consentono forse di spingerci un po’ oltre con la fantasia.

Ad esempio, l’Italia ottiene complessivamente le stesse 40 medaglie di Tokyo, ma 2 ori in più. La Germania ha mantenuto gli stessi ori, ma nel complesso 4 medaglie in meno. Non meno interessanti i dati sui quarti posti (medaglie di legno): furono 11 nel 2020 a Tokyo, saliti a 20 a Parigi per gli atleti italiani. Segnalano che non solo vinciamo di più le medaglie che contano, ma ci avviciniamo più spesso al podio. Anche per questo, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, inviterà i “campioni della sfortuna” al Quirinale per la cerimonia di riconsegna della bandiera italiana.

Medagliere specchio degli squilibri economici mondiali

Volendo traslare sul piano economico i risultati sportivi, potremmo affermare che Berlino fa qualche passo indietro, mentre l’Italia compie qualche passettino in avanti. E’ quanto sta accadendo con il Pil, ma sarebbe obiettivamente una forzatura fare paragoni tra il medagliere e la situazione economica degli stati partecipanti. Anche se le prime dieci posizioni vedono ben sei membri del G7. Manca all’appello solamente il Canada, che troviamo in dodicesima posizione.

E’ vero che la bravura di un atleta trascende dalla condizione socio-economica dello stato che rappresenta ai Giochi Olimpici, ma resta fuori di dubbio che solamente nazioni con elevata capacità di investire negli sport e in infrastrutture possono arrivare in alto nel medagliere.

Puoi essere bravo quanto vuoi, ma se non riesci ad allenarti per l’assenza di una piscina olimpionica dalle tue parti o perché la tua famiglia non può sostentarti in questa tua passione, difficilmente gareggerai ad alti livelli.

Paragone con ex Urss

Il medagliere dice anche qualcosa di più sull’Italia. Non solo che ori, argenti e bronzi arrivano perlopiù da atleti residenti nel Centro-Nord (torniamo al discorso delle infrastrutture e delle condizioni socio-economiche), ma anche che c’è vita oltre al calcio. Già, perché avevamo iniziato questa discussione parlando della rivincita (l’ennesima) degli sport minori. Rispetto a cosa? A Sua Maestà il calcio. E questo ci racconta di un declino mentale in corso da decenni. Avete presente come fallì l’Unione Sovietica? Per farvela breve, lo stato pompava risorse crescenti verso le industrie che non riuscivano a centrare gli obiettivi degli scriteriati programmi quinquennali. A forza di sussidiare le produzioni meno efficienti e di abbandonare quelle più efficienti, si arrivò al collasso.

Sport minori abbandonati nel nome del calcio

Lo sport in Italia vive da tempo qualcosa di simile. Il calcio ci ha regalato l’ultima grande soddisfazione nel lontano 2006 con la vittoria ai mondiali. Di lì in avanti un declino arrestato solamente – e forse incidentalmente – dagli europei del 2020, disputati nel 2021 a causa del Covid. Eppure l’attenzione massmediatica, finanziaria e politica resta concentrata su questo sport, salvo scoprire ogni quattro anni ai Giochi Olimpici che nel mondo siamo forti in altri e che abbiamo atleti dalle sembianze spesso eroiche. Riescono a salire sul podio tra l’indifferenza generale nei lunghi anni di faticosa preparazione.

La situazione è così tragica che di asta in asta la Serie A non riesce più neanche a migliorare le entrate del triennio precedente sui diritti tv. Gli sponsor latitano, gli abbonamenti scendono e per attirare tifosi negli stadi spesso i biglietti vengono svenduti.

Nessuno vuole investire più di tanto in un mercato in forte declino di tifosi e passione. Il nostro campionato ospitava tutti o quasi i migliori calciatori del mondo a fine anni Novanta. Adesso, nel migliore dei casi è diventato un ospizio in cui eventualmente trascorrere qualche anno prima di ritirarsi a vita privata. Giudizio eccessivamente severo? Forse, ma il “medagliere” calcistico questo ci segnala. L’ultima Champions League fu vinta dall’Inter nel lontano 2010. Chi oggi ha sotto i 20 anni di età (o di più) non ricorda nemmeno di avere vissuto una simile emozione.

Medagliere segnala rischio crac sportivo

E’ vero, arriviamo spesso nelle finali dei torni europei, ma raramente alziamo una coppa. Eppure in Parlamento ci si inalbera sulla legge Melandri, su come mutare o meno i diritti tv per il calcio, ignorando che lo sport sia diventato perlopiù altro nel Bel Paese. Nessuno vuole minimizzare l’importanza storica che ha avuto e continua ad esercitare sulle masse. Semplicemente, a forza di impiegare energie e risorse su qualcosa che il mercato si rifiuta di comprare (vi ricorda per caso le auto elettriche?), rischiamo la fine dell’ex Urss. Un crac sportivo, insomma, specchio di una società incapace di ripensare a sé stessa. Grazie al medagliere per avercelo anticipato.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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