E Mediaset torna in Olanda, ma continuerà a pagare le tasse in Italia: ecco perché e come si è arrivati a questo punto

Mediaset trasferirà la sede legale in Olanda, anche se precisa che continuerà a pagare le tasse in Italia. Il piano è reso possibile dall'accordo con Vivendi.
3 anni fa
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Mediaset sposta la sede legale in Olanda

Le azioni Mediaset hanno chiuso in rialzo del 2,8% nella seduta di ieri dopo che l’assemblea dei soci aveva approvato il giorno prima a larghissima maggioranza (95,57% del capitale presente) a favore del trasferimento della sede legale in Olanda. Per l’occasione, è stato anche approvato il maxi-dividendo da 0,3 euro per azione, pari a oltre 350 milioni di euro in tutto e relativo all’esercizio 2020, conclusosi con un utile netto di 139,3 milioni. La differenza sarà attinta attraverso le riserve di utili.

La società ha fatto presente che continuerà a pagare le tasse in Italia, dove manterrà la sede fiscale.

E allora cosa ci va a fare in Olanda? Sono gli stessi vertici di Cologno Monzese a spiegarlo, affermando che il diritto olandese garantisce ampie tutele agli investitori e un alto grado di certezza nei rapporti contrattuali e commerciali.

Lo spostamento della sede legale in Olanda avrebbe dovuto già esserci lo scorso anno. Ma nell’estate scorsa il piano MediaForEurope di Mediaset naufragò nei tribunali di Madrid e Amsterdam dopo le sentenze di accoglimento delle opposizioni presentate da Vivendi, socio al 28,8%. E così, la famiglia Berlusconi ha dovuto iniziare daccapo. Poche settimane fa, l’accordo con i francesi per porre fine alle diatribe legali iniziate nel 2016 con il mancato acquisto di Premium da parte di Vivendi, seguito da una scalata ostile contro Fininvest.

Mediaset, piano B dopo accordo Fininvest-Vivendi

Ma c’è una differenza rispetto al precedente piano: stavolta, Mediaset rinuncerà al diritto di voto maggiorato consentito dalla legislazione finanziaria olandese e in base al quale Fininvest con il 44% del capitale avrebbe avuto di gran lunga la maggioranza assoluta dei voti in assemblea, in quanto socio di vecchio corso. Con quella mossa, la holding della famiglia Berlusconi si sarebbe garantita il controllo senza dover aumentare la propria quota in Mediaset. Ma è proprio grazie all’accordo con Vivendi di questa primavera che potrà farne a meno.

Infatti, Vivendi si è vincolata a cedere a Fininvest la sua quota diretta del 5%, al contempo cedendo la quota del 19,19% detenuta tramite il trust Simon Fiduciaria con diritto di prelazione sempre a favore di Fininvest.

Grazie a questo accordo, Vivendi potrà uscire quasi del tutto dal capitale (resterà con il 4,61%) vendendo le quote a Fininvest e quest’ultima potrà garantirsi il controllo di Mediaset. Ovviamente, l’operazione per la holding dei Berlusconi sarà a titolo oneroso. Ed ecco che si spiega anche così la distribuzione di un maxi-dividendo, grazie al quale Fininvest incasserà sui 155 milioni lordi. La somma sarebbe quasi sufficiente a coprire l’esborso necessario per rilevare a luglio il 5% di Vivendi. Considerato anche il capitale proprio del 3,6%, nei fatti già dal mese prossimo la famiglia Berlusconi non correrà più alcun rischio teorico di scalate ostili, essendo già in possesso della maggioranza assoluta del capitale.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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