La politica della Mediocrazia: su Thatcher e governance
Secondo il filosofo canadese, dal punto di vista politico, l’inizio della Mediocrazia la si può trovare nell’era Thatcher e, soprattutto, nella maniera in cui ha cambiato l’idea stessa del politico e della politica. Si tratta della ‘morte della politica’ e dell’inizio della ‘governance’: una politica a stampo liberista e neoliberista rappresenta soltanto una forma di gestione dell’immediato, senza alcun orizzonte di crescita per l’uomo; la politica rappresenta la forma mediante la quale l’uomo immagina la relazione con gli altri e la propria crescita in comune con quella di chi vive la medesima situazione, il modello thatcheriano di ‘governance’ rappresenta soltanto un metodo per creare ‘mediocri’ e sviluppare ‘Mediocrazia’: il politico deve applicare il modello del ‘problem solving’ (ma nell’immediato, anche a discapito del futuro), riducendo poi, attraverso gli strumenti di cui sopra, la maggior parte delle persone a piccoli consumatori ubbidienti.
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Che fare, allora? La Mediocrazia è quella che viviamo quotidianamente: quando uno studente a scuola o un paziente in ospedale è chiamato ‘utente’ e non ‘persona’, quando il programma politico di un partito di sinistra è identico a quello di un partito di destra (vedi Renzi in Italia o Macron in Francia), allora i mediocri hanno davvero vinto (cioè, chi li produce e gestisce). Che fare? Difficile rispondere: innanzitutto, comprendere che la politica non è gestione, ma orizzonte, non è il cieco presente dell’imprenditore che deve fare profitto, ma crescita umana; in secondo luogo, impegnarsi in tutti i contesti, dalla scuola alla sanità, senza cedere alla mediocrità di chi cerca soltanto il tornaconto personale. Facile? Per niente. Ma vale la pena sempre e comunque provarci.