Gli esperti raccomandano di non tenere fermo il proprio denaro sul conto corrente perché perde di valore. La responsabile di questa diminuzione è l’inflazione che provoca un aumento prolungato del livello generale medio dei prezzi e dei servizi in un determinato arco temporale. Si tratta di un fenomeno per il quale vi è l’erosione del potere di acquisto della moneta. In altre parole, una determinata somma non permetterà, tra un tot di anni, di acquistare la medesima quantità di beni e servizi di adesso.
I btp in asta domani
In molti si chiedono se sia meglio investire in Btp o nei buoni fruttiferi postali. La differenza fondamentale tra i due è che i primi possono generare delle perdite se liquidati prima della scadenza in quanto possono essere influenzati dal valore di mercato. Se si investe in Btp, quindi, bisogna aspettare la scadenza per poter avere dei benefici. I buoni, invece, sono sempre rimborsati, come minimo, al nominale.
Nella giornata di domani, per chi non lo sapesse, ci sarà la presentazione delle domande in asta entro le ore 11 per i Btp a 3 anni, a 7 anni, a 15 anni e a 30 anni. Per quanto concerne il Btp a 3 anni la cedola annuale sarà del 3,85%, la data di pagamento della prima cedola il 19 settembre 2023, l’importo minimo offerto 4000 euro mentre quello massimo 4500 euro. La scadenza di questo titolo sarà il 15 settembre 2026.
Passiamo a quello a 7 anni la cui cedola annuale sarà del 3,70%, la data di pagamento il 15 dicembre 2023, l’importo minimo offerto 2500, quello massimo 3000 mentre la scadenza sarà il 15 giugno 2030.
Meglio investire nei Btp a 3 e 7 anni o nei buoni fruttiferi postali? Quali offrono tassi fino al 3,85%?
Tassi di interesse fino al 3,85% sono offerti dai Btp.
L’altro buono fruttifero postale che dura poco e può competere quindi con il Btp è il 3 Anni Plus ma il rendimento è più basso. Questo titolo, infatti, offre un tasso di interesse annuo lordo del 2% grazie all’ultimo aggiornamento del 6 giugno 2023, prima il rendimento era inferiore. Tutti e due i titoli dei quali abbiamo parlato, insieme agli altri buoni fruttiferi postali, non hanno costi di sottoscrizione o di rimborso a eccezione degli oneri di natura fiscale. Inoltre sono soggetti a tassazione agevolata del 12,50% sugli interessi e sono esenti dall’imposta di successione.
Riassumendo…
1. Se si decide di investire in Btp sarebbe preferibile portarli fino alla scadenza per evitare che i rendimenti possano essere influenzati dal mercato
2. I buoni fruttiferi postali offrono sempre la possibilità di ottenere la cifra investita e gli interessi maturati se si attende un determinato periodo
3. Tra i bfp a breve periodo e i Btp a 3 e 7 anni, il rendimento più alto è offerto da questi ultimi se si portano però a scadenza.