Piacerà o no, ma la pensione potrebbe cambiare secondo la linea di Giorgetti. Si può discutere quanto si vuole, ma se prenderà forma il nuovo approccio alla pensione e all’uscita dal mondo del lavoro delineato dal ministro Giorgetti, questa soluzione potrebbe fornire due risposte importanti per il sistema previdenziale.
Da un lato, garantirebbe una maggiore flessibilità in uscita; dall’altro, prevedrebbe un allontanamento del pensionamento per chi sceglie di farlo, con l’obiettivo di aumentare l’età media di uscita dal lavoro, attualmente fissata a 64,2 anni, come riportato nel XXIII rapporto annuale dell’INPS.
Meglio un premio per chi resta al lavoro che tagli sulle pensioni
Il sistema del lavoro italiano e quello previdenziale presentano alcune criticità che devono essere affrontate. Da troppo tempo si attendono modifiche e novità che i governi sembrano non voler mai introdurre.
Ora, potrebbe essere arrivato il momento giusto, che piaccia o no, perché il governo Meloni, almeno secondo le dichiarazioni del ministro Giorgetti, starebbe per intervenire.
Il sistema del lavoro in Italia è peculiare, anche se i dati recenti sull’occupazione sono positivi. I livelli di occupazione hanno raggiunto cifre che, fino a qualche anno fa, sembravano impensabili. Tuttavia, in molti settori, in particolare nel pubblico impiego, c’è una carenza di personale.
Pensioni e lavoro: servono interventi normativi approfonditi
Se il sistema del lavoro è particolare, lo è ancor di più quello pensionistico, che secondo molti manca di flessibilità e prevede requisiti troppo stringenti. Eppure, il sistema è basato sul metodo contributivo, dove “più versi, più ricevi”.
Con una formula di questo tipo, dovrebbe essere il lavoratore a decidere quando andare in pensione e con quale importo, in base a quanto versato. La flessibilità in uscita potrebbe finalmente trovare una concreta applicazione. Ma come?
Rimandare la pensione diventa più conveniente: ecco come
Il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha dichiarato che è allo studio una misura che permetta a chi ha già maturato il diritto alla pensione di restare al lavoro più a lungo.
La soluzione sarebbe facoltativa: il lavoratore potrà scegliere se andare in pensione subito o ottenere premi, bonus e agevolazioni per ogni anno in più di lavoro. Una via flessibile per il pensionamento, che risolverebbe anche il problema occupazionale, in particolare per quei lavoratori che sono difficili da sostituire a causa delle loro competenze ed esperienze fondamentali per le aziende. In pratica, si tratterebbe di “prendere due piccioni con una fava”.
Secondo molti, si allontana semplicemente il pensionamento
Tuttavia, questa proposta è stata criticata. Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha accusato il governo di voler allontanare la pensione dagli italiani, dichiarando che stanno creando un sistema di “fine lavoro mai”. Secondo Conte, il governo non sta mantenendo la promessa fatta in campagna elettorale di superare la legge Fornero.
Giorgetti ha ribadito che l’idea di premiare chi resta al lavoro è una costante per la Lega. Infatti, fu Roberto Maroni, leghista e Ministro del Lavoro nel governo Berlusconi, a introdurre per primo un premio per chi decideva di restare in servizio più a lungo.
Il ministro Giorgetti ha confermato che lo Stato potrebbe persino rinunciare a richiedere contributi a chi sceglie di lavorare più a lungo. Probabilmente, una misura che premia chi rimanda la pensione, lasciando la scelta al lavoratore, è preferibile a misure che prevedono tagli e penalizzazioni.
Nessuno si rende conto che quello che vuole fare il governo è solo su base volontaria di restare al lavoro, invece tutto il resto rimane invariato.
Un dipendente come il sottoscritto che il 31/08/2025 compie 67 anni e 20 anni di servizio e dovrà per legge andare in pensione con 680€, e vuole rimanere il servizio per avere la possibilità di aumentare i contributi per una pensione adeguata e lo stato ci guadagna e l’amministrazione non avrà problemi a sostituire il personale inesperto non va bene?.
Invece la sinistra e i sindacati dicono addirittura che questo è follia!
Ma siamo al ridicolo, tanto loro prenderanno una pensione altissima e non possono mai capire come si fa a vivere con 680€ al mese.