Meno di un mese, il tempo impiegato per passare dall’euforia alla depressione. Non c’è pace per i dipendenti della Melegatti, con l’azienda che avrebbe chiesto per loro la cassa integrazione in occasione di un’assemblea tenutasi la settimana appena conclusasi. Nelle ultime settimane, la campagna natalizia di Melegatti è stata più volte sotto la luce dei riflettori, grazie all’iniziativa social divenuta ben presto virale. Tanti i personaggi famosi e meno noti dello spettacolo che hanno appoggiato la causa dei lavoratori, rimasti con le buste paga congelate da inizio settembre.
Melegatti, l’azienda potrebbe essere salvata dai social
L’euforia iniziale
Era il 22 novembre quando i lavoratori dell’azienda veronese Melegatti festeggiavano il ritorno alla catena di produzione. Da lì in avanti, i social avevano fatto il resto, con le vendite e gli ordini per i dolci natalizi motivo di grande soddisfazione per i dipendenti e i sindacati, che pensavano già al dopo Natale, proiettando la loro mente con più serenità a Pasqua 2018. Sembrava realmente che la magia delle festività natalizie avesse coinvolto tutti o quasi, regalando ad oltre 90 dipendenti fissi e 220 stagionali un nuovo inizio.
Troppo tardi
Arriva come un fulmine a ciel sereno la notizia secondo cui l’azienda avrebbe chiesto la cassa integrazione per i lavoratori della Melegatti. La denuncia giunge dai sindacati, come riporta un approfondimento del Corriere della Sera, poi citato da Repubblica. Il motivo è da ricondursi ad una questione di tempo. Secondo la storica azienda di Verona, i dolci prodotti dalla catena di produzione arriverebbero con grande ritardo sugli scaffali della grande distribuzione. L’attuale trend porterebbe i pandori Melegatti e gli altri prodotti della società ad arrivare nei supermercati pochi giorni prima di Natale, quando gli esercizi commerciali tendono ad applicare forti sconti per smaltire il residuo del magazzino.
Leggi anche: Natale senza Pandoro Melegatti, storico marchio rischia di scomparire dalle nostre tavole