Una nuova speranza per la Melegatti. Una vicenda che sta tenendo tutti col fiato sospeso dopo l’annuncio della cassa integrazione che aveva mandato nello sconforto più totale i dipendenti ma anche i tanti utenti che, in particolare sui social, avevano seguito le vicissitudini dell’azienda veronese. Durante una riunione indetta ieri dall’avvocato Bruno Piazzola e il commercialista Lorenzo Miollo, tra azienda, sindacati e commissari del Tribunale, si è deciso di non firmare la cassa integrazione per i lavoratori della storica azienda veneta che sembra quindi scongiurata; saranno prodotti altri 5mila panettoni e pandori i quali saranno venduti solo nello spaccio di San Giovanni Lupatoto (Vr) e in questi giorni dovrebbe anche prendere il via la campagna pasquale.
Il miracolo di Natale ha preso forma
La decisione è nata nella serata di ieri, quando i due commissari hanno pensato che il problema prezzi ultra bassi (i pandori e i panettoni erano venduti nei supermercati a prezzi decisamente stracciati) si potesse aggirare vendendo i pezzi solo nello spaccio aziendale, come ha riportato Il Corriere. Un modo anche per far fronte alla crescente richiesta da parte dei clienti, pronti ad acquistare i panettoni e i pandori della Melegatti con il cartone ammaccato pur di dare un contributo alla rinascita dell’azienda. “I dipendenti fissi proseguiranno il lavoro. Dopo un lungo confronto per verificare le possibilità, è stata assicurata continuità anche ai 14 tempi determinati” ha sottolineato Maurizio Tolotto di Fai Cisl.
Melegatti, la magia di Natale è già svanita: chiesta la cassa integrazione
Il miracolo di Natale, dunque, è ancora possibile: la maggior parte dei dipendenti non aveva accettato la notizia della cassa integrazione alla luce del crescente supporto ottenuto nei social e le richieste di pandori sempre più numerose. La decisioni di destinare i 5mila pezzi allo spaccio veronese è una sorta di salvataggio in extremis ma servono ancora certezze per quanto riguarda il futuro della Melegatti.
Melegatti: fermata la produzione di pandori e panettoni, cosa succede ora
Ora però serve una proposta concreta di rientro, dal 7 novembre ci sono 120 giorni di tempo più altri 60 di eventuale rinvio, per mettere in piedi una proposta che dovrà essere accettata dai titolari del 60% del debito. E la buona notizia è che riprenderà anche la produzione pasquale “Abbiamo studiato incastri di ferie e tutte le possibilità di copertura di turni pur di assicurare continuità occupazionale e le migliori condizioni per iniziare la produzione pasquale” ha concluso Maurizio Tolotto. I dipendenti possono ancora sperare.
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