Il governo Draghi esiste ancora solo per gli affari correnti. Dopo le dimissioni del premier, il Presidente Mattarella ha sciolto le Camere. Gli italiani il 25 settembre 2022 sono chiamati alle urne per eleggere il nuovo Parlamento. Poi si formerà (speriamo) il nuovo esecutivo e conosceremo, quindi, chi sarà il nuovo Presidente del Consiglio.
La campagna elettorale dei partiti politici prosegue a ritmo incessante. Ognuno porta avanti il proprio programma. Un duro colpo, se dovesse salire il Centrodestra, potrebbe essere sferrato al reddito di cittadinanza.
Un beneficio economico che non ha mai dato i suoi frutti. Molta gente senza più voglia di lavorare che percepisce un sussidio. Ci sono, invece, pensionati e lavoratori che oggi andrebbero aiutati più di tutti. Le priorità sono altre e le risorse andrebbero distribuite più equamente verso coloro che realmente ne hanno necessità o che per davvero non hanno più l’età per essere nel mondo del lavoro.
Un reddito di cittadinanza “depotenziato”
Il Centrodestra non vorrebbe, comunque, cancellare del tutto il reddito di cittadinanza. Laddove la coalizione dovesse uscire vincitrice da questa tornata elettorale l’obiettivo sarà quello di sostituire l’attuale sussidio con misure più efficaci di inclusione sociale e di politiche attive di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro.
Insomma un reddito di cittadinanza con meno soldi è più efficace/efficiente.
Sul lato pensioni, il programma politico prevede innalzamento delle pensioni minime a 1.000 euro al mese. Aumento anche per pensioni sociali e di invalidità. A ciò si aggiunge una maggiore flessibilità in uscita dal mondo del lavoro e accesso alla pensione, favorendo il ricambio generazionale.
Si pensa anche a ripristinare Quota 100, che è scaduta il 31 dicembre 2021. Quindi, possibilità di pensionamento anticipato con 38 anni di contributi e 62 anni di età.
Altre misure per tutelare il potere d’acquisto
Si punta altresì a tutelare, con altre misure, il potere di acquisto di stipendi e pensioni a fronte della crisi economica e dell’elevato tasso di inflazione. Ad esempio:
- riduzione della pressione fiscale per famiglie, imprese e lavoratori autonomi
- riduzione dell’aliquota IVA sui prodotti e servizi per l’infanzia
- aumento dell’assegno unico e universale.
Insomma, nelle priorità del Centrodestra non c’è di certo il reddito di cittadinanza che, come detto, dopo il 25 settembre 2022 rischia di subire importanti modifiche.