Mercati emergenti (BRIC): outlook in miglioramento

I dati macroeconomici mostrano segnali positive per i mercati emergenti (BRIC). Unica eccezione l’India. Il punto degli analisti sui primi sei mesi del 2017
7 anni fa
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L’outlook della crescita dei BRIC è in miglioramento nella seconda parte dell’anno, soprattutto grazie alle sorprese in positivo arrivate dai dati macroeconomici del primo semestre. Non rientra nel quadro l’ India, dove, al contrario, i dati hanno sorpreso in negativo, motivo per cui le stime sul Pil sono state ritoccate al ribasso al 6,9% per il 2017 dal 7,4% precedente.

 

In Brasile e Russia, i miglioramenti rispettivamente sul fronte politico e sul lato dei prezzi del petrolio, hanno contribuito a un rialzo delle aspettative di crescita.

Al contempo, le attese sull’inflazione sono state attenuate. Questo contesto maggiormente positivo per i BRIC – osserva Craig Botham, Emerging Markets Economist, Schroders –  è dovuto in parte proprio all’inflazione più debole che crea spazio perché i tassi restino bassi o vengano ulteriormente tagliati, fatta eccezione per la Cina.

 

Cina: rallentamento imminente

 

La crescita della Cina ha battuto le attese nel secondo trimestre (6,9% a/a) e ciò ci ha spinto a rivedere al rialzo le aspettative di crescita per quest’anno al 6,7% dal 6,6% precedente, assumendo che lo scenario resti invariato. Continuiamo ad attenderci un rallentamento nella seconda metà dell’anno, in quanto prosegue l’inasprimento delle condizioni del credito. La fine degli stimoli finora ha condizionato in modo limitato gli investimenti immobiliari e quelli infrastrutturali, ma è destinata a pesare in maniera più sostanziale sui costruttori di immobili, in quanto le vendite stanno rallentando. Inoltre, il supporto fornito dal contesto esterno si indebolirà: la domanda globale rallenterà nel secondo semestre, con Giappone, USA e Cina che schiacceranno il freno. Ciò a sua volta potrebbe impattare sugli investimenti manifatturieri. Allo stesso tempo – dice Botham –  ci aspettiamo che il deprezzamento dello yuan prosegua fino a fine anno. Il rallentamento della crescita nella seconda metà dell’anno comporterà rinnovate pressioni sul deflusso di capitali e sulla People’s Bank of China perché inietti liquidità.

Anche la retorica commerciale del Presidente Trump pone dei rischi.

 

Brasile: avanti con le riforme

 

L’allentamento dei timori politici in Brasile dovrebbe ripristinare un certo grado di fiducia. Il Presidente Temer finora ha resistito e sembra in grado di passare le riforme. Ad esempio, quella sul mercato del lavoro è stata approvata a inizio luglio. Gli indici sulla fiducia di imprese e consumatori hanno subito dei contraccolpi, ma ora dovrebbero stabilizzarsi e recuperare terreno. Ciò significa che lo slancio di consumi e investimenti resta su una traiettoria rialzista. Abbiamo dunque rivisto al rialzo le previsioni di crescita per quest’anno e il prossimo, rispettivamente allo 0,4% e all’1,6% dallo 0,2% e 1,4% precedenti.

 

Un altro fattore positivo riguarda il continuo miglioramento delle dinamiche dell’inflazione, che crea spazio per ulteriori tagli dei tassi. L’indebolimento valutario dovuto all’incertezza politica è stato temporaneo e probabilmente non impatterà l’inflazione. L’indice dei prezzi al consumo ora si trova sui minimi dal 1999. Nelle ultime comunicazioni, la Banca Centrale ha segnalato che le aspettative sui tassi restano troppo restrittive, motivo per cui ora ci aspettiamo che il tasso di riferimento venga tagliato al 7,75% entro la fine dell’anno dal 9,25% attuale.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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