E’ stata una seduta negativa per il mercato dei bond europei e americani. Il Treasury a 10 anni ha visto impennare il rendimento ai massimi da quasi un mese al 4,65% dal 3,52% di martedì. La risalita dell’inflazione americana a dicembre sopra le attese sta seminando la sfiducia tra gli investitori circa la ripresa del taglio dei tassi di interesse negli Stati Uniti. Adesso, si sconta una sola riduzione entro l’anno dello 0,25%. In realtà, già dall’altro ieri l’intonazione era stata negativa. Il BTp a 10 anni rendeva ieri lo 0,12% in più rispetto a lunedì. Le notizie sui dazi dell’amministrazione Trump hanno provocato un’ondata di vendite sui timori per i costi delle importazioni e i loro riflessi sui prezzi al consumo.
Previsioni sui tassi in calo
Ma c’è gran confusione sul mercato dei bond, se è vero che le previsioni sui tassi per fine anno nell’Eurozona risultano in calo. Adesso, gli investitori scontano con probabilità del 50% altri quattro dello 0,25% entro dicembre. Il costo del denaro scenderebbe all’1,87% dal 2,75% attuale e ben sotto il 2,12% a cui era atteso fino a poche sedute addietro.
Anche lo spread BTp-Bund va in questa direzione. Ieri, consolidava la discesa sotto i 110 punti. E ciò avviene quando il mercato fiuta tassi in calo, i quali tendono aa beneficiare particolarmente stati come l’Italia gravati dai debiti.
Aspettative d’inflazione, segnali
Gli stessi bond indicizzati lanciano segnali in tal senso. Il BTp Italia giugno 2030 offriva ieri un rendimento reale dell’1,74% contro una media del 2,87% per il bond del Tesoro con cedola fissa. Ciò presuppone aspettative d’inflazione nell’ordine dell’1,15% scarso per la media dei prossimi 5 anni.
Il BTp€i 2035, invece, rendeva l’1,53% contro il 3,57% della scadenza decennale con cedola fissa. In questo caso, l’inflazione attesa per l’Area Euro nei prossimi 10 anni viaggia in area 2%, vale a dire intorno al target fissato dalla Banca Centrale Europea (BCE).
Come si spiega il rialzo dei rendimenti con le previsioni ribassiste sui tassi? Il mercato dei bond vive una fase emotiva, diremmo di confusione. Ed è probabile che sarà così almeno fino alla prossima riunione della BCE a metà marzo. Una fase laterale, in cui noteremo i rendimenti andare su e giù senza una chiara direzione. I dati macro non aiutano. C’è un’economia europea al palo da un lato e un’inflazione in costante risalita dall’altro. Francoforte rischia di sbagliare qualsiasi cosa faccia, anche se il suo unico mandato ufficiale consiste nel garantire la stabilità dei prezzi.
Cosa dice mercato dei bond tedesco
Monitorando la curva dei tassi “benchmark” tedesca, scopriamo che lo spread 10/2 anni in Germania è salito in un paio di sedute da 32 a 36 punti base. Questo depone a favore della seguente lettura: il mercato dei bond starebbe scontando un’inflazione persistente nell’area, unitamente al taglio dei tassi. La BCE si mostrerebbe più tollerante verso la prima, in considerazione del cattivo stato dell’economia.
I rendimenti a lungo termine, dipendenti dalle aspettative d’inflazione, resterebbero alti o salirebbero ancora un po’ nel brevissimo termine, mentre i rendimenti a breve proseguirebbero la discesa, in quanto direttamente influenzati dalla politica monetaria.