Inizia una nuova settimana per il mercato dei bond, che ha vissuto giorni davvero ad alta tensione. Mercoledì, la Banca d’Inghilterra annunciava il ritorno all’acquisto di Gilt fino a 5 miliardi di sterline (5,5 miliardi di euro) al giorno, posticipandone le vendite nette alla fine di ottobre. Un gesto resosi necessario dall’esplosione dei rendimenti britannici a seguito del maxi-piano presentato dal governo Truss contro il caro bollette e sul taglio delle tasse. I mercati non hanno digerito che sia totalmente in deficit e hanno fatto partire un attacco speculativo contro sterlina e Gilt.
Vantaggio su BCE della Banca d’Inghilterra
Dopo l’intervento della Banca d’Inghilterra, però, il mercato dei bond ha prima un po’ recuperato le perdite e successivamente si è stabilizzato. Gli investitori hanno creduto alla parola del governatore Andrew Bailey, cosa che non è accaduta del tutto dopo il board di emergenza alla BCE contro gli spread a giugno. Tant’è che la stessa Francoforte compra da quest’estate BTp e vende Bund per calmierare i rendimenti italiani.
Perché la Banca d’Inghilterra si rivela più credibile della BCE? E’ la banca centrale di un unico stato, non è dilaniata da lotte intestine tra vari stati membri. Emette la sterlina, in cui sono denominati i bond emessi da un solo governo. Se promette di acquistare fino a 5 miliardi di sterline di Gilt, non c’è ragione di dubitarne. Soprattutto, non ci saranno mugugni sul piano politico.
Detto ciò, un’altra differenza è saltata agli occhi in questi giorni, stavolta tra il governo di Sua Maestà e quello tedesco. Anche Berlino ha varato un maxi-piano contro il caro bollette da 200 miliardi di euro, oltre il 5% del PIL.
Mercato dei bond tedeschi resta benchmark
La precisazione non era d’obbligo, perché la storia tedesca recente parla da sé. Anche dopo la crisi finanziaria mondiale del 2008-’09, i conti pubblici sono stati tenuti in ordine e, anzi, dal 2014 il governo federale ha chiuso i bilanci in attivo fino all’arrivo della pandemia. Già punta a tornare al pareggio di bilancio, un must per la politica tedesca. E così, il debito pubblico britannico è previsto salire sopra il 100% del PIL, quello della Germania tendere al 60%. Grazie a questa credibilità, la BCE si è potuta permettere negli anni passati una politica monetaria più espansiva di quanto avrebbe potuto adottare se non avesse avuto tra i suoi azionisti proprio la Bundesbank. Altrove, sarebbe risultata lassista.
Il mercato dei bond tedeschi è e resta solidissimo, benchmark globale anche con la crisi dell’euro di questi mesi. Non lo stesso dicasi dei Gilt, che pagano anche i frequenti cambi di governo degli ultimi anni. La stabilità politico-istituzionale di Berlino risulta invidiabile a qualsiasi altro paese al mondo. Insomma, anche dinnanzi agli stessi eventi, i mercati reagiscono in maniera differente a seconda di chi faccia o annunci cosa. Attenzione, però, a supporre che tale fattore di forza consenta ai tedeschi di garantire illimitatamente per i partner dell’Eurozona, oltre che per sé stessi. Nessuno avrebbe osato immaginare che i Gilt sarebbero stati salvati dalla Banca d’Inghilterra fino a una settimana fa.