La crisi non riguarda i diamanti di maggior valore
Le altre gemme, invece, continuano ad esibire una ripresa delle quotazioni, che quest’anno è stata intorno all’8%. Ciò lo si spiega col fatto che il loro intaglio e la pulitura non dipendono da operazioni cash, bensì da transazioni bancarie. E queste non sono intaccate dalla crisi di queste settimane. In più, queste pietre vengono trattate anche altrove, come in Israele e Belgio.
In realtà, già prima della “demonetizzazione” in corso, l’industria dei piccoli diamanti avrebbe segnalato un tracollo dei prezzi intorno al 25%. Resta il fatto, che tra aprile e novembre, le importazioni di gemme preziose in India sono cresciute del 30,5%, mentre le esportazioni sono salite del 12,2%. Numeri, che indicano come l’industria dei diamanti avrebbe confidato su un fine 2016-inizio 2017 con i fiocchi, mentre la realtà che si è materializzata appare assai diversa. (Leggi anche: Investire in diamanti conviene ancora?)