E’ stata una giornata storica per Meta, così si chiama la società che controlla tra l’altro il social Facebook. Per la prima volta, è sbarcata sul mercato obbligazionario con l’emissione di un bond suddiviso in quattro tranche. La creatura fondata a inizio millennio da Mark Zuckerberg ha raccolto ben 10 miliardi di dollari, ricevendo ordini fino a 30 miliardi. Le scadenze sulle quali ha puntato variano dai 5 fino ai 40 anni. Proprio le scadenze più lunghe avrebbero attirato maggiormente l’interesse degli investitori.
I proventi raccolti saranno destinati a diversi scopi aziendali, tra cui la distribuzione di dividendi e il riacquisto di azioni (buyback). Per queste ragioni le azioni Meta a Wall Street siano salite dopo l’annuncio della buona riuscita dell’operazione. Di fatto, il bond Meta finirà per creare valore a favore degli azionisti, vuoi attraverso il riacquisto dei titoli e la loro riduzione in circolazione, vuoi tramite il pagamento delle cedole.
Le azioni Meta perdono il 44,50% quest’anno. Ieri, chiudevano a 166,72 dollari, pari a una capitalizzazione di poco inferiore a 460 miliardi. Ma esistono alcuni segnali allarmanti per il business. I ricavi nel secondo trimestre dell’anno sono diminuiti per la prima volta dello 0,9% a 28,82 miliardi. In crollo l’utile a 6,69 miliardi (-35,7%). E la liquidità disponibile, che alla fine del 2020 ammontava a 62 miliardi, al 30 giugno scorso risultava scesa a 40,5 miliardi.
Bond Meta, opportunità e rischi
Tuttavia, il bond Meta consentirà alla società di avere un bilancio più simile a quello degli altri colossi tech. Anche dopo l’emissione, i debiti ammontano a meno del 100% del valore degli asset. Peraltro, parte della liquidità raccolta potrà finanziare il potenziamento del metaverso e dei Reels di Facebook e Instagram.
Ad ogni modo, le agenzie di rating hanno assegnato giudizi molto positivi al bond Meta: AA- per S&P, A1 per Moody’s. Si tratta della parte alta delle rispettive scale di valutazione. Il rischio di credito è considerato molto basso. Non lo è il rischio di cambio per quanti volessero investire dall’Eurozona. Il bond Meta è stato emesso in dollari, per cui se l’euro si apprezzasse contro la divisa americana nei prossimi mesi e anni, il valore del capitale e delle stesse cedole si abbasserebbe.
In settimana, altri colossi tecnologici sono tornati a rifinanziarsi sul mercato obbligazionario, volendo tutti approfittare della ripresa (temporanea) dei bond dopo un primo semestre a dir poco orribile. Apple ha così raccolto 5,5 miliardi, Intel 6 miliardi. Anche se la Federal Reserve continuerà ad alzare i tassi d’interesse al board di settembre e forse anche nei due successivi, l’entità della stretta monetaria nei prossimi mesi dovrebbe ridursi sui timori di crisi per l’economia americana, già tecnicamente in recessione. Ciò sta facendo rifiatare l’obbligazionario, non solo americano. I rendimenti dei Treasuries sono scesi di molto dai massimi di giugno.