E’ trascorsa una settimana esatta dal giuramento con annesso ritorno ufficiale alla Casa Bianca e già il “metodo Trump” ha avuto modo di essere messo alla prova dei fatti. L’occasione è stata offerta da una delle principali promesse del presidente americano ai suoi concittadini: l’espulsione di tutti i clandestini. I primi voli per il Sud America sono decollati carichi di immigrati irregolari e le immagini hanno fatto il giro del mondo. Le catene ai piedi simboleggiano la lotta senza quartiere contro gli ingressi irregolari. Due di questi voli militari, tuttavia, non hanno ricevuto il benestare della Colombia per l’atterraggio sul suo suolo nazionale.
Il presidente Gustavo Petro, un marxista al potere dall’estate del 2022, ha reagito duramente alle deportazioni. Ha definito il presidente americano “un disumano” e ha sostenuto l’intenzione di non accettare il rimpatrio dei suoi concittadini con voli militari. “L’umanità e la dignità del Sud America prima di tutto”, ha dichiarato nella giornata di ieri. Ma ecco il metodo Trump al suo primo test internazionale: il tycoon ha subito reagito minacciando l’imposizione di dazi sulle merci importate dalla Colombia al 25% e al 50% entro una settimana.
Bogotà non poteva permettersi una simile dichiarazione di guerra commerciale. Sebbene abbia un saldo passivo con gli Stati Uniti, esporta verso quel mercato qualcosa come oltre il 4% del suo Pil. Avrebbe rischiato effetti devastanti per la sua economia, a partire dalla riapertura del mercato valutario nella giornata odierna. Ed ecco che nel giro di poche ore Petro è stato indotto a più miti consigli. Pur di evitare danni irreparabili sul piano economico e diplomatico, ha accettato di accogliere i rimpatriati. E questa mattina il peso colombiano perde solo l’1% contro il dollaro.
Tutto sommato, è andata molto bene.
Metodo Trump, due obiettivi primari per Washington
Questo episodio ci fa meglio capire in cosa consista il metodo Trump. I dazi sono un’arma negoziale per giungere ad obiettivi chiari, che sono principalmente due: controllo dell’immigrazione ai confini con Messico e Canada, riequilibrio della bilancia commerciale. Vero è che la vittoria sulla Colombia sia stata facile, data la sproporzione dei rapporti di forza. Altra cosa sarà trattare con Cina e Unione Europea. Ad ogni modo, la logica sarà la stessa. E lo iniziano a capire anche gli altri leader mondiali, che a differenza del primo mandato non reagiscono verbalmente alle esternazioni della Casa Bianca. Sanno che il presidente americano oggi è molto più forte di otto anni fa e che il mondo è cambiato tra Covid e guerre.