Sono passati esattamente quattro anni da quando Microstrategy annunciò che si sarebbe buttata nel business dei Bitcoin. Eravamo in piena pandemia e la “criptovaluta” aveva spiccato il volo da pochi mesi, complice l’“halving” di primavera. Un’anomina società attiva nel software mobile cambiava business model e il suo CEO, Michael Saylor, sorprendeva il mercato con l’annuncio che avrebbe accumulato token digitali come investimento di lungo periodo. Lo scetticismo fu enorme al tempo. Quarantotto mesi più tardi, i numeri sono dalla parte di chi lanciò la scommessa.
Boom in borsa, ma bilanci in rosso
Oggi, Microstrategy in borsa vale 25,5 miliardi di dollari, avendo più che decuplicato il valore delle sue azioni. Queste sono diventate così costose (131,46 dollari alla chiusura di ieri), pur sotto i massimi storici di inizio anno, che la scorsa settimana l’emittente ha provveduto allo split di 10:1. In pratica, ha guadagnato qualcosa come 23 miliardi. Nel frattempo, ha accumulato 226.500 Bitcoin. Questo è il dato al 24 giugno scorso. Gli acquisti sono stati realizzati al prezzo medio di 35.158 dollari, costando complessivamente 7,538 miliardi. Per finanziarli la società ha emesso apposite obbligazioni convertibili. Il valore di mercato, ai prezzi attuali, del portafoglio dei Bitcoin ammonta a circa 13,40 miliardi. Nei fatti, Microstrategy ha realizzato una plusvalenza virtuale di oltre 5,8 miliardi.
Saylor non è più CEO, avendo dovuto lasciare due anni fa per un caso di frode fiscale. Ma è il fondatore della società. Praticamente, il cambio di guardia è stato più un atto formale. A contare è ancora lui. Risulta essere tra i principali sostenitori di Bitcoin al mondo. Quale che saranno le quotazioni future, ha spiegato più volte, non ha intenzione di vendere. Guardando ai numeri del business tradizionale, scopriamo che Microstrategy ha chiuso tre delle ultime quattro trimestrali in perdita. La crescita in borsa è legata essenzialmente al boom delle “criptovalute”. Le azioni societarie sono diventate un investimento proxy per Bitcoin.
Microstrategy guarda a Trump
Se saranno mantenuti i ritmi di questi primi anni, Microstrategy acquisterà la media di oltre 160 Bitcoin al giorno. Già si è trasformato in un investitore cosiddetto “whale”, arrivando a detenere al momento più dell’1% di tutta la “criptovaluta” sinora emessa e teoricamente disponibile sul mercato. La scommessa di Saylor sarebbe ancora più vincente se alla presidenza degli Stati Uniti a novembre fosse eletto Donald Trump. Il tycoon, che in un primo momento si dichiarò ostile a questo asset, ha abbracciato di recente il nuovo business, facendosi interprete dell’industria che vi sta dietro e arrivando a dichiarare ad un convegno a Nashville che costituirà una riserva strategica nazionale se tornasse alla Casa Bianca.