Prossima settimana, il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, si recherà in Germania per incontrare il collega Horst Seehofer, reduce da un durissimo braccio di ferro con la cancelliera Angela Merkel sul tema dei migranti e a un passo dalle dimissioni domenica sera, rientrate solo su un accordo all’ultimo minuto, che ha salvato per ora il posto a entrambi e il governo federale. Quell’accordo apparentemente penalizza l’Italia, anzi così è. In cosa consiste? Seehofer, che ha sposato la linea dura sugli sbarchi di Salvini e favorevole a un asse con Vienna e Roma sul tema, ha chiesto e ottenuto che ai confini con l’Austria, la Germania si doti di “campi di transito”, in cui i migranti respinti possano restare per poche ore, prima di essere rispediti in Austria, da dove arriverebbero sul suolo tedesco.
Governo Merkel a rischio sulla crisi migranti
Il ministro degli Esteri italiano, Ezio Moavero Milanesi, ha protestato contro la decisione di Vienna, perché in effetti sembra concretizzarsi il rischio tanto temuto da Frau Merkel, ovvero un effetto dominio per cui l’Italia resti tagliata fuori dall’area Schengen, isolata per la chiusura delle frontiere a nord, così come verosimilmente a est ed ovest. In realtà, l’apparente penalizzazione consente a Salvini di attuare finalmente in toto la sua politica di chiusura dei porti agli sbarchi di clandestini, perché in stragrande maggioranza tali sono e non rifugiati. Se tutti chiudono, Roma potrà a sua volta chiudere la sua frontiere marittima al sud, che è poi quello a cui aspirano gli stati del Gruppo di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia) e l’Austria.
La fine vicina dell’area Schengen
L’intento di Kurz, dell’ungherese Viktor Orban e dello stesso Seehofer è duplice: difendere i rispettivi territori dalle orde di migranti in arrivo e spingere l’Italia alla linea dura, ovvero a chiudere i porti. Solo così la UE potrà finalmente aprire gli occhi su un problema, che sinora ha volutamente ignorato, essendosene fatto carico solo l’Italia, la quale a sua volta ha barattato la gestione del fenomeno con miserie sul piano della flessibilità fiscale. In sostanza, gli 80 euro del governo Renzi in deficit sono stati possibili grazie alla trasformazione della Sicilia in un campo profughi d’Europa. Adesso, i “sovranisti” non ci stanno e credono che sia l’ora di andare dritti al cuore del problema. Obiettivo: provocare il collasso dell’area Schengen, ovvero dell’area di libera circolazione di merci, servizi, capitali e anche delle persone.
La Merkel è consapevole di avere appena firmato un accordo che rischia di minare alle basi della costruzione europea, ma l’alternativa sarebbe stata la sua caduta e quasi certe elezioni anticipate in Germania, che avrebbero rafforzato gli euro-scettici dell’AfD. Ed ecco, quindi, che la stessa Berlino si mostra divisa al suo interno tra i fedelissimi all’impostazione pseudo-umanitaria di Bruxelles e i fautori di “legge e ordine” della CSU bavarese. In questo clima, il raggio d’azione di Salvini potrà solo crescere, visto che saranno formalmente gli altri a non fare la loro parte e a scaricarci addosso la loro inettitudine. La chiusura dei porti italiani avrà effetti più dirompenti di quelli già avuti nelle prime settimane del governo Conte. Con la buona stagione, le partenze dalla Libia aumenteranno e in mare avremo decine di migliaia di migranti soccorsi dalle Ong, le quali a loro volta chiederanno aiuto alla nostra Marina, salvo non riceverlo, se non eccezionalmente.
La cancelliera Merkel rinvia la resa dei conti, ma Germania ed Europa senza leader