Due rigori hanno messo la ciliegina sulla torta all’anno del Milan, che torna dopo 7 lunghissimi anni in Champions League. Entrambi realizzati da Franck Kessié contro l’Atalanta in trasferta a Bergamo nell’ultima partita di campionato. Tre punti preziosissimi per la squadra capitanata da Stefano Pioli, che così ha concluso la stagione al secondo posto con 79 punti, superata solo dall’Inter. Prima di esaminare le conseguenze finanziarie di questo successo, ve n’è certamente uno di natura sportiva: il Milan in Champions evita la fuga dei talenti come Gigio Donnarumma.
Un risultato importante per Elliott, il proprietario della società rossonera da tre anni. Non solo il club torna tra le grandi europee e fa pace con la sua storia, ma adesso s’inizia a fare sul serio anche da un punto di vista finanziario. La vittoria contro l’Atalanta è d’oro. Il secondo posto in campionato vale subito 19,4 milioni di euro, anziché i 16,8 milioni percepiti dalla terza classificata o i 14,2 milioni della quarta. Diciamo che con una sola partita, il Milan si è portato a casa oltre 5 milioni, tanta è la differenza con quanto incasserà la quarta della classifica di Serie A.
Milan in Champions, tutti gli incassi
In effetti, il 15% dei diritti TV stagionali è suddiviso tra le 20 squadre proprio in base al posizionamento. E la seconda più in alto in classifica si becca il 12% della torta. Ma non è questa l’unica soddisfazione economica che regala il secondo posto. Il Market Pool, ossia la fetta dei diritti TV in Champions che spetta alle singole federazioni nazionali, vale per le 4 squadre italiane 50 milioni. La metà è distribuita in base al posizionamento in campionato e secondo il seguente ordine: 40% alla prima, 30% alla seconda, 20% alla terza e 10% alla quarta.
Dunque, su 25 milioni il Milan incasserà 7,5 milioni solamente per essersi classificata seconda. Sono 2,5 milioni in più rispetto alla terza. Non è finita chiaramente in chiave Champions. Il solo accesso vale 15,25 milioni, grazie al bonus di partecipazione uguale per tutte le 32 squadre. E quasi altrettanti il club rossonero dovrebbe incassarne grazie al ranking UEFA storico, vantando 7 coppe in bacheca. A tutto ciò si aggiunge la percentuale spettante con la seconda metà del Market Pool. Essa è distribuita sulla base del numero di partite giocate rispetto al totale giocate da tutte le squadre italiane in Champions. In sostanza, più il Milan riuscisse ad andare avanti e meglio sarebbe. E così anche se tutte le altre si fermassero il prima possibile.
A conti fatti, il solo accesso alla Champions varrà per il Milan sui 40 milioni. E non stiamo considerando la spinta che la manifestazione darà sia alla vendita di gadget, sia al valore delle sponsorizzazioni e, soprattutto, agli incassi allo stadio. Male che vada, i rossoneri disputeranno al San Siro 3 partite. Sperando che per allora i tifosi potranno seguire le partite dagli spalti, almeno entro una certa capienza, saranno milioni di euro in più per le casse della società. Certo, non basterebbe neppure vincerla la Champions per ambire al pareggio di bilancio durante la prossima stagione. Anche a causa del Covid, lo scorso esercizio si è chiuso con una maxi-perdita da 195 milioni, una cinquantina in più rispetto al precedente. Siamo solo agli inizi di una lunga marcia verso il ritorno alla normalità.