I versamenti previdenziali prevedono annualmente un tetto massimo ed una soglia minima. In quest’ultimo caso si parla di minimale contributivo e nell’altro caso di massimale previsionale. Tornando al minimale contributivo, esso viene rivalutato di anno in anno in base all’indice generale Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di impiegati ed operai. Ecco allora nel dettaglio le informazioni più dettagliate riguardanti il minimale contributivo.
Minimale Contributivo : cos’è e come si applica
Il minimale contributivo è il compenso minimo preso come base per il calcolo dei contributi assicurativi e previdenziali che il datore di lavoro deve versare all’ente previdenziale per il suo dipendente.
Per quanto riguarda i lavori part-time, invece, per calcolarlo si prende in considerazione l’orario settimanale. Se le ore sono 36 il calcolo che viene è fatto è il seguente: 47,68 euro x 5/36 ed il totale è 6,62 euro mentre se le ore settimanali sono 40 il calcolo è il seguente: 47,60 euro x 5/ 40 ed il totale è 7,15 euro.
Retribuzione minima annuale: come si calcola
Secondo quanto stabilito dall’articolo 7, comma 1 legge 638/1983 il limite della retribuzione per l’accreditamento di un anno intero di contributi figurativi e obbligatori per il lavoratore iscritto all’assicurazione generale obbligatoria è fissato nella misura del 40%. Nel 2016 quindi esso sarà di 10.440 euro all’anno e di 200,76 settimanali.
Nel caso di un part-time annuo al 50% di un lavoratore che nell’anno ha ottenuto una retribuzione lorda di 7800 euro, capiterà che costui, pur avendo lavorato per dodici mesi (per contratto), ne perderà tre ai fini pensionistici.