Il miracolo della Grecia tra luci e ombre a 10 anni dalla mancata uscita dall’euro

L'economia in Grecia è in boom e c'è chi parla di "miracolo" dopo 10 anni dalla mancata uscita dall'euro. Luci e ombre sulla ripresa.
1 giorno fa
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Il miracolo dell'economia in Grecia
Il miracolo dell'economia in Grecia © Licenza Creative Commons

Non se ne parla più in termini dispregiativi, anzi se ne tessono le lodi per descriverla come un esempio di successo grazie alle riforme e alla capacità di superare le sfide più dure. L’economia in Grecia è in gran ripresa e anche quest’anno, malgrado la congiuntura internazionale incerta, dovrebbe crescere intorno o più del 2%. Numeri da fare invidia a stati come la Germania, che spera semplicemente di riuscire a segnare un dato sopra lo zero dopo due anni di recessione. Quasi un rovesciamento delle sorti per le parti in commedia.

Economia Grecia, discesa agli inferi

Dieci anni fa, in questi mesi la parola più in voga era Grexit.

L’uscita dall’euro per Atene era considerato lo scenario più probabile dopo la vittoria di Alexis Tsipras alle elezioni politiche e le dure trattative con i creditori della Troika (UE, BCE e FMI) per ottenere l’ammorbidimento delle misure di austerità fiscale. In estate, un referendum indetto in fretta e furia gli avrebbe dato ragione. I greci stavano con lui e contro Bruxelles. Il ritorno alla dracma si avvicinava.

Non che improvvisamente i greci fossero diventati tutti euroscettici. Semplicemente, l’economia in Grecia era al collasso e non s’intravedevano più speranze. Tutto era iniziato in quel maledetto 2010. Il governo del neopremier socialista George Papandreu ammetteva che il deficit fosse al 15% del Pil, più che doppio rispetto alle statistiche ufficiali. Emerse che Atene avesse falsificato per anni i conti pubblici per poter entrare e restare nell’euro. Scoppia la bomba. Interviene la Troika per evitare il default. In cinque anni e attraverso tre bailout internazionali, il Paese ricevette circa 280 miliardi di euro.

Mai così tanti ad un unico stato.

Svolta nel 2015 con terzo bailout

Tra il 2009 e il 2015 l’economia della Grecia arretrò di quasi il 27%. Come se fosse scoppiata una guerra. La disoccupazione nel 2013 avrebbe raggiunto l’apice del 27,7%. Nel frattempo, i giovani fuggivano dal Paese in cerca di migliori condizioni di vita all’estero. Una catastrofe imprevista e gestita malissimo da tutti, a Bruxelles come ad Atene. Nel maggio del 2012 si arrivò alla ristrutturazione del debito pubblico ellenico con annesso sgravio di 107 miliardi di euro. Un default mascherato a carico, principalmente, delle stesse banche domestiche.

Quando tutto sembrò andare perduto, iniziava la lenta risalita. Tsipras non diede seguito al mandato ricevuto con il referendum e accettò un terzo salvataggio. L’economia in Grecia smise di andare indietro e tornò a crescere, spinta dal turismo. Lo scorso anno, ben 36 milioni di stranieri hanno visitato questo splendido Paese. Il comparto incide per il 18% del Pil e per più del 20% dei posti di lavoro, offrendo un’occupazione a 900.000 persone.

Ripresa mercato del lavoro

I dati macro segnalano il netto miglioramento: occupazione quasi al 70% tra i 20 e 64 anni contro il 67% dell’Italia e ben sopra il 52,5% del 2013. La disoccupazione risulta scesa all’8,7% e i conti pubblici vanno bene. Nel 2024 il deficit è stato solamente dell’1% e, al netto della spesa per interessi, il bilancio statale ha chiuso in attivo del 2%. La Borsa di Atene più che triplica le quotazioni azionarie medie dai minimi del 2012 (+225%). Le banche hanno smaltito il grosso dei crediti deteriorati e il debito pubblico, pur restando il più alto in Europa, è già sceso al 155% dall’oltre il 200% a cui era esploso nel 2020 per la pandemia.

Ma è tutto oro quel che luccica? I dati si prestano a una doppia lettura. L’economia della Grecia è risalita certamente dai minimi a cui era sprofondata nel decennio scorso con la crisi, ma resta del 15% indietro rispetto alle sue dimensioni nel 2008. Lo stesso boom dell’occupazione va interpretato. Sono quasi 4,3 milioni coloro che lavorano, ma nel 2008 erano 4,6 milioni. In percentuale, però, oggi risultano molti di più per il semplice fatto che è diminuita la popolazione in età lavorativa. E non c’entrano solamente le basse nascite. La popolazione è passata dagli 11,1 milioni del 2010 ai 10 milioni del 2024. Un decimo dei greci ha preferito espatriare.

Salari bassi e scarsa competitività

A seguito di questo trend, il Pil pro-capite oggi vale il 10% in più del 2008 in termini nominali. Resta il fatto che il salario medio nel 2023 fosse di neanche 17.700 euro annui, meno del 47% rispetto alla media UE. Lo stesso mercato azionario è sì risalito dai minimi, ma restando del 70% sotto i livelli raggiunti nel 2007. Per quanto sorretta dal turismo, poi, l’economia in Grecia si mostra tutt’altro che competitiva. Lo scorso anno, il disavanzo commerciale è stato del 14,6% rispetto al Pil. Le importazioni surclassano di gran lunga le esportazioni.

Si è parlato in questi mesi del fatto che i rendimenti dei bond ellenici siano scesi sotto i livelli francesi. Attenzione ai falsi miti: la Grecia era considerato un emittente speculativo per Moody’s fino a pochi giorni fa. I suoi conti pubblici vanno bene, in quanto per tre quarti il debito è in mano ai creditori pubblici europei a condizioni di favore (lunghissime scadenze e bassi tassi). Il mercato ne prende atto e valuta positivamente la situazione. Ciò non toglie che si tratti di uno stato garantito dall’assistenza finanziaria europea.

Economia in Grecia beneficia di stabilità politica

La ripresa dell’economia in Grecia non può, tuttavia, passare inosservata. Dopo lunghi anni di recessione e sfiducia, la percezione nel mondo verso questa perla d’Europa è mutato decisamente in positivo. La stessa politica ellenica è adesso considerata fonte di stabilità. Finita l’era protestataria di Syriza, dal 2019 è al potere il premier conservatore Kyriakos Mitsotakis dalle posizioni europeiste, liberali e riformatrici. Atene ha superato anche pandemia e guerra russo-ucraina. Il peggio è alle spalle e non c’è nostalgia per il passato che fu. Forse è questa la vera eredità positiva della crisi: i greci vogliono guardare avanti e non rimuginano contro gli alleati europei, malgrado i vistosi errori da questi commessi.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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