I termini per la presentazione della dichiarazione dei redditi con il modello 730 sono ormai scaduti. Questo, però, non significa che la partita fiscale degli italiani sia conclusa definitivamente, anzi. Prima di tutto, va detto che fino alla fine di novembre c’è ancora tempo per adempiere all’obbligo dichiarativo tramite il modello Redditi Persone Fisiche (PF), cioè il vecchio modello Unico o, ancora prima, il modello 740. Inoltre, è possibile utilizzare ancora il modello 730 integrativo e quello rettificativo.
Naturalmente, queste ultime due opzioni si applicano ai contribuenti che hanno già presentato il modello 730, mentre chi non lo ha fatto deve necessariamente optare per il modello Redditi PF.
Per chi non ha provveduto a presentare la dichiarazione con il modello 730, la risposta è già chiara: dovrà utilizzare il modello Redditi Persone Fisiche. Per chi, invece, ha riscontrato problemi, scoperti troppo tardi, ci sono vie alternative da seguire.
Modello 730/2024 scaduto: ecco come usare ancora integrativo, rettificativo e Redditi PF
La campagna per la presentazione del modello 730/2024 si è conclusa il 30 settembre scorso. Tuttavia, se nel modello 730 inviato all’Agenzia delle Entrate si notano errori, è possibile rimediare attraverso le versioni integrative o rettificative della dichiarazione. Queste soluzioni permettono di correggere eventuali omissioni o errori nella dichiarazione dei redditi già inviata. C’è, però, poco tempo per farlo: il termine ultimo è il 25 ottobre.
Entro questa data, i contribuenti avranno la possibilità di correggere eventuali errori utilizzando il modello 730 integrativo o rettificativo, due diverse opzioni a seconda del tipo di errore commesso.
Cosa correggere con i vari modelli ancora utilizzabili dopo la scadenza del 30 settembre
Per correggere errori o omissioni nel modello 730 già inviato, si possono utilizzare il modello 730 integrativo o quello rettificativo.
Sul portale istituzionale dell’Agenzia delle Entrate è specificato che “qualora il contribuente riscontri errori commessi dal soggetto che ha prestato assistenza fiscale, deve comunicarlo il prima possibile per permettere l’elaborazione di un modello 730 rettificativo”.
In nessun caso un modello rettificativo può essere prodotto da un soggetto diverso da quello che ha presentato il modello 730 originario. Nemmeno il contribuente stesso può procedere autonomamente, anche se il CAF ha operato in delega per suo conto.
Ecco le differenze tra modello 730 integrativo e modello 730 rettificativo
Il modello 730 rettificativo serve a correggere gli errori commessi dal soggetto che ha fornito assistenza fiscale, non dal contribuente stesso. Con questo modello, si corregge l’errore precedente e, di conseguenza, si ricalcolano le imposte, che potrebbero variare, sia a debito sia a credito.
Ogni errore corrisponde a un codice specifico da indicare nel modello rettificativo:
- Codice 1 per errori nei quadri A, B, I, K e nel quadro dei familiari a carico.
- Codice 2 per errori nei quadri C, D, E, F, G, L.
- Codice 3 per errori che coinvolgono entrambi i tipi sopra citati.
In dettaglio, il Codice 1 riguarda:
- Terreni (quadro A);
- Fabbricati (quadro B);
- Imposte in compensazione (quadro I);
- Comunicazioni relative ai condomini (quadro K).
Il Codice 2, invece, riguarda:
- Redditi da lavoro dipendente (quadro C);
- Altri redditi (quadro D);
- Oneri e spese (quadro E);
- Acconti, ritenute ed eccedenze di imposta (quadro F);
- Crediti d’imposta (quadro G);
- Ulteriori dati (quadro L).
Va ricordato che se l’errore riguarda il rigo C16 (tassazione delle mance nel settore turistico) o il rigo L8 (redditi di capitale soggetti a imposta sostitutiva), non si può usare il modello 730 rettificativo, ma sarà necessario passare al modello Redditi PF.
In base all’errore cambia anche la correzione
Diverso è il caso del modello 730 integrativo. Come suggerisce il nome, questo modello serve per integrare dati omessi nella dichiarazione originale.
Modello Redditi PF dopo il modello 730: l’ultima possibilità
Il modello 730 integrativo può essere utilizzato anche in caso di errore nell’indicazione del sostituto d’imposta, in tal caso si tratta di un modello integrativo di tipo 2. La differenza principale tra i due modelli è che, nel primo caso, il modello 730 integrativo produce una modifica nelle operazioni di calcolo, generando una minore imposta dovuta, un maggior credito d’imposta o, viceversa, una maggiore imposta o un minor credito.
Nel caso della correzione del sostituto d’imposta, tutti gli altri dati della dichiarazione rimangono invariati, inclusi il calcolo e la liquidazione delle imposte. Il modello integrativo di tipo 3 si utilizza quando si verificano entrambi gli errori.
L’utilizzo dei modelli 730 integrativo e rettificativo non impedisce al contribuente di optare, in alternativa, per il modello Redditi PF per correggere gli errori riscontrati.
Se il modello Redditi viene presentato entro il 31 ottobre, si parla di dichiarazione correttiva nei termini. Se, invece, viene presentato entro la scadenza del modello stesso, cioè entro il 30 novembre, si tratterà di una dichiarazione integrativa.