Manca poco al termine ultimo per la presentazione della dichiarazione dei redditi con il modello 730. Chi presenta il modello Redditi PF ha la scadenza al 30 novembre, e questo modello può tornare utile anche per chi deve correggere il modello 730 già inviato. Ma chi non ha ancora provveduto a presentare la dichiarazione dei redditi, anche se ha ancora tempo, non è esentato da spiacevoli conseguenze. Perché, per esempio, chi è a credito di imposta, presentando in ritardo la dichiarazione rischia di rimandare l’incasso in busta paga, con il cedolino della pensione o con bonifico da Agenzia delle Entrate, del credito.
“Spettabile redazione, volevo capire come funziona il meccanismo della rateizzazione dell’IRPEF da versare con la mia dichiarazione dei redditi. Non ho ancora provveduto alla dichiarazione e il mio CAF mi ha telefonato dicendomi che non posso godere della rateizzazione. A conti fatti dovrei versare 3.000 euro tra addizionali e imposta. Credevo di avere diritto a 5 rate ma mi dicono che sono in ritardo. Come posso fare?”
Dichiarazione con il modello 730, ecco perché a volte fare presto è un vantaggio
I contribuenti possono ancora presentare la dichiarazione dei redditi. Hanno ancora tempo quindi. Ma il ritardo nella presentazione, anche se lecito ancora, riduce le opzioni, soprattutto per il versamento delle tasse. Conseguenze non propriamente positive per chi ha aspettato troppo per la presentazione. Chi non ha ancora presentato il modello 730, può virare anche sul modello Redditi PF. Ma nel caso di un debito IRPEF da versare, chi ha ritardato, perde il diritto alla rateizzazione o perde il diritto a sfruttarla a pieno. Per esempio, presentare il modello 730 in prossimità della sua scadenza, di fronte a debiti IRPEF rilevanti come importo, impone il pagamento delle imposte in unica soluzione.
Il riepilogo delle date utili alle dichiarazioni dei redditi 2023
Presentando la dichiarazione dei redditi tramite CAF o sostituto di imposta le date fissate a inizio campagna dal Fisco nostrano sono state subito imposte. Per le dichiarazioni presentate entro il 31 maggio 2023, i risultati finali delle dichiarazioni andavano comunicati entro il 15 giugno. Per quelle presentate entro il 20 giugno, esiti entro il 29 giugno. E poi ancora, per dichiarazioni entro il 15 luglio, esiti il 23 luglio. Adesso per le dichiarazioni presentate entro il 31 agosto prossimo o entro il 2 ottobre, esiti entro il 15 settembre ed entro il 2 ottobre. Rateizzare quanto emerge dalla dichiarazione, cioè un debito fiscale, è ammesso e si può fare da un minimo di 2 a un massimo di 5 rate.
Si possono rateizzare sia le imposte a saldo dell’anno precedente che in acconto dell’anno successivo (primo acconto anno 2023). Soltanto chi ha presentato la dichiarazione entro il mese di maggio può godere di tutte le rate previste. Se il modello è inviato tardi, la possibilità di dilazionare il debito si riduce. Infatti il saldo va pagato entro la scadenza di novembre che è anche la mensilità relativa all’acconto. Ricapitolando, chi presenta la dichiarazione dei redditi attendendo troppo, anche se ancora in tempo per adempiere, rischia sia in caso di debito che di credito. Ma se per quest’ultimo il “difetto” è solo il ritardo nell’incasso del credito spettante, per il debito la situazione si fa più seria. Perché soprattutto per cifre rilevanti, la comodità delle rate è evidente. E il nostro lettore lo dimostra.