La capienza fiscale è un fattore da tenere sempre in considerazione quando si parla di redditi, di modello 730, di rimborsi fiscali o di IRPEF da versare. Per capienza fiscale si intende la capacità di un lavoratore o di un datore di lavoro, di provvedere a chiudere i conguagli IRPEF tanto a debito che a credito. Per esempio, un datore di lavoro per erogare 10.000 euro di rimborso IRPEF ai suoi dipendenti, deve avere per il mese di conguaglio, delle tasse da versare quanto meno pari a 10.000 euro.
Allo stesso modo, un lavoratore per recuperare l’IRPEF per opere di ristrutturazione o per spese sanitarie ingenti, deve avere una IRPEF versata nel periodo di imposta a cui le spese si riferiscono, quanto meno pari al risultato dell’IRPEF a credito emersa dal modello 730. Ma la capienza fiscale non è l’unica cosa da considerare. Perché anche il reddito percepito mensilmente è fondamentale. Ma stavolta non per i rimborsi da prendere, quanto piuttosto per l’IRPEF da versare.
“Salve, sono un commercialista e volevo un chiarimento da parte Vostra. Ho appena terminato un 730 per un mio assistito e ho notato una cosa che mi era sfuggita prima. In pratica, ho rateizzato l’IRPEF dovuta da questo mio cliente, pensionato, in due rate a settembre e ottobre. Avendo alcune case affittate, il mio cliente deve versare 1.500 euro di IRPEF. Come detto in due rate da 750 euro l’una. Ma la sua pensione mensile è pari a 690 euro al mese. In questo caso come fa il Fisco a recuperare il debito se la pensione utilizzabile è inferiore alla rata? Devo presentare il modello 730 senza sostituto?”
Modello 730 a debito? Ecco l’errore di chi ha rate da pagare superiori alla pensione mensile
La problematica del nostro lettore è molto comune in sede di versamento delle imposte, soprattutto a conguaglio. Parlare di capienza fiscale come fatto in premessa è cosa naturale quando si parla di dichiarazioni dei redditi.
Sono milioni i contribuenti che indicano l’INPS come sostituto di imposta in dichiarazione dei redditi. Sono i titolari di pensioni ma anche di altre indennità INPS. In genere i conguagli a credito arrivano con il rateo di pensione di agosto. Quelli a debito pure, ma se si sceglie la dilazione, le rate di IRPEF da versare incidono su più ratei consecutivi di pensione fino a quello di novembre, comunemente usato per gli acconti dell’anno successivo.
Il manuale dell’INPS per i professionisti è chiaro
Nella situazione del nostro lettore, con il suo cliente che non ha una pensione sufficiente per coprire la rata IRPEF dovuta, il rischio di mettere nei guai il contribuente esiste. Perché di fatto non saldando l’IRPEF sul rateo di pensione, il contribuente poi verrà costretto a pagare tutto con F24 e senza rate. E in più sanzioni e interessi caricati sulle tasse dovute. Nel manuale dell’INPS, scritto a cura della Direzione Centrale Pensioni, della Direzione Centrale Ammortizzatori Sociali e della Direzione Centrale Tecnologia Informatica e Innovazione si legge testualmente che:
“L’INPS avvia i rimborsi dei conguagli a credito e i recuperi da conguagli a debito derivanti dalla presentazione del modello 730 non prima del mese di agosto. Per evitare di esporre il contribuente al rischio di dover effettuare il versamento di quanto dovuto ad Agenzia delle Entrate con modello F24, comprensivo di interessi per incapienza, senza poter beneficiare di un’eventuale rateazione, è utile effettuare alcune verifiche preliminari per individuare il modello più appropriato da utilizzare per presentare la dichiarazione dei redditi dei contribuenti “.
Questo significa che l’INPS suggerisce di scegliere un altro modello.
Meglio scegliere il modello Redditi Persone Fisiche al posto del Modello 730 a Debito
Ma se è un pensionato il contribuente interessato, il sostituto di imposta non può non essere l’Istituto Previdenziale. Ed ecco che il modello 730 senza sostituto non andrebbe utilizzato. Anche se il sistema digitale con cui si inviano le dichiarazioni dei redditi lo permetterebbe comunque. Il suggerimento dell’INPS è di passare al modello Redditi Persone Fisiche. Anche in questo caso il contribuente andrà a saldare il debito INPS con i modelli F24.