In questi periodi dell’anno (da maggio a novembre) i contribuenti italiani sono alle prese con la propria dichiarazione dei redditi. C’è chi fa il Modello 730 e chi il Modello Redditi. Chi è obbligato a presentarla e chi, pur non obbligato, decide comunque di farla per recuperare spese detraibili e deducibili e, quindi, maturare un rimborso IRPEF.
C’è chi per fare l’adempimento decide di rivolgersi a CAF e professionisti (commercialisti, consulenti del lavoro, ecc.) e c’è chi decide di cimentarsi da solo potendo utilizzare la dichiarazione redditi precompilata.
In ogni caso, quando si fa la dichiarazione dei redditi bisogna conservare la stampa del modello presentato con la relativa ricevuta ministeriale. E bisogna conservare anche la documentazione a supporto della dichiarazione stessa (fatture di spesa, attestazione interessi mutuo abitazione principale, ecc.). Ciò in quanto potrebbe risultare necessario esibire tutto in caso di eventuali accertamenti del fisco.
E per chi fa la dichiarazione ogni anno significa un cumulo di scartoffie da archiviare in qualche faldone o cartellina. Ogni tanto però viene voglia di disfarsene anche per fare spazio al nuovo. Ma dopo quanto tempo si può cestinare il 730 o il Modello Redditi?
Fin a quando bisogna conservare la dichiarazione redditi
Il contribuente che presenta la dichiarazione dei redditi, che lo faccia con il Modello 730 o Modello Redditi, deve conservarla (insieme alla documentazione giustificativa di ciò che vi ha indicato) fino alla scadenza del termine entro cui l’Amministrazione finanziaria ha il potere di accertamento.
E la normativa vigente dice che l’Agenzia Entrate può fare accertamenti entro il 31 dicembre del 5° anno successivo alla presentazione della dichiarazione redditi.
Questo significa che, il contribuente dovrà conservare fino al 31 dicembre 2028 il Modello 730/2023 (anno d’imposta 2022) in scadenza il 2 ottobre 2023. Stesso termine di conservazione anche per il Modello Redditi 2023 (anno d’imposta 2022) in scadenza il 30 novembre 2023.
Modello 730, quali si possono buttare nel 2023
Sulla base di quanto appena detto, dunque, nel 2023, se non già fatto, è possibile cestinare il Modello 730/2017 (anno d’imposta 2016) e Modello Redditi Persone Fisiche 2017 (anno d’imposta 2016). Per i menzionati modelli dichiarativi, infatti, l’Agenzia Entrate ha perso il potere di accertamento e lo ha perso il 31 dicembre 2022.
Analogamente, se non già fatto, è possibile cestinare tutti i modelli 730 e modello redditi precedenti ai suddetti anni d’imposta.
Si tenga, tuttavia, presente che se in dichiarazione redditi ci sono spese detraibili o deducibili ripartite in più anni, il quinquennio di conservazione parte dall’anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione in cui è indicata la rata.
Se pertanto, ad esempio, nel Modello 730/2019 (anno d’imposta 2018), sono indicate spese di ristrutturazione edilizie fatte nel 2018 che danno diritto alla detrazione del 50% da ripartire in 10 rate annuali di pari importo, l’ultima delle 10 rate sarà goduta nel Modello 730/2028 (anno d’imposta 2027), la conservazione di quest’ultimo e di tutta la relativa documentazione relativa al bonus edilizio (fatture di spesa, titolo abilitativo, ricevute pagamento bonifico parlante, ecc.) dovrà essere fino 31 dicembre 2033.
Riassumendo…
- il Modello 730/2023 (anno d’imposta 2022) scade il 2 ottobre 2023
- il Modello Redditi 2023 (anno d’imposta 2022) scade il 30 novembre 2023
- il contribuente deve conservare la dichiarazione redditi (e la relativa documentazione) fino al 31 dicembre del 5° anno successivo alla presentazione della dichiarazione stessa. Quindi:
- il Modello 730/2023 (anno d’imposta 2022) e il Modello Redditi 2023 (anno d’imposta 2022) devono essere conservati fino al 31 dicembre 2028
- nel 2023, se non già fatto, è possibile cestinare il Modello 730/2017 (anno d’imposta 2016) e Modello Redditi 2017 (anno d’imposta 2016). È possibile buttare anche le dichiarazioni degli anni precedenti a questi ultimi
- se in dichiarazione redditi ci sono spese detraibili o deducibili ripartite in più anni, il quinquennio di conservazione parte dall’anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione in cui è indicata la rata.