Modello 730 e detrazioni per le spese veterinarie: attenzione agli errori

Come funziona la detrazione delle spese veterinarie per gli animali domestici, importi, limiti, vincoli e franchigie da considerare.
2 anni fa
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Il modello 730 è entrato nel suo vivo con milioni di contribuenti che hanno già provveduto ad inviarlo all’Agenzia delle Entrate. Altri però stanno provvedendo in questi giorni, con tutti i dubbi che in genere ogni anno, accompagnano questi contribuenti in questo adempimento. Soprattutto sulle spese i dubbi sono sempre tanti anche perché il Testo unico delle imposte sui redditi cioè il TUIR ha numerose variabili. Per esempio sugli animali domestici e sulle spese veterinarie c’è la possibilità di recuperare una parte delle spese sostenute l’anno precedente.

Ma a che condizioni e quali sono queste spese?

“Salve a tutti, sono una contribuente interessata alle detrazioni nel 730 per le spese che ho sostenuto per i miei due migliori amici, cioè i miei due bassotti Clara e Simbo. Credo che le spese che ho sostenuto nel 2022 per delle cure veterinarie per entrambi, dovrebbero essere recuperabili nel modello 730. Ma al mio CAF mi dicono di no, nonostante ho portato le ricevute che mi ha dato il mio veterinario. Avrò speso all’incirca 1.000 euro, comprese delle medicine che ho comprato per i miei cani. Mi spiegate come si possono scaricare le spese veterinarie nel modello 730?”

Modello 730 e detrazioni spese veterinarie: attenzione agli errori

Scaricare dal reddito e quindi dal modello 730 le spese sanitarie, quelle del dentista o dell’oculista, le spese funebri, quelle di istruzione dei figli o il mutuo, sono cose assai comuni a molti contribuenti. Ma le spese da scaricare, che in gergo si chiamano oneri detraibili, sono davvero tanti e l’elenco previsto dal già citato TUIR è lungo e spesso in costante aggiornamento. Per esempio, anche le spese per un animale domestico, sia esso un cane o un gatto, o anche altro, possono dare diritto al solito recupero del 19% di quanto speso. E come sempre, si tratta delle spese dell’anno precedente.

In pratica, così come vanno dichiarati nel 2023 i redditi prodotti nel 2022, così vanno scaricate nel 2023 le spese sostenute nel 2022.

Ma come scaricare dalle tasse i costi sostenuti per le cure e la salute degli animali domestici? Quanto si può recuperare su queste spese, quali sono le regole, le franchigie e come fare per non perdere soldi?

Spese da scaricare per gli animali domestici, ma quali?

Controlli sanitari, vaccinazioni e cure del proprio animale domestico non sono certo gratuite. Il veterinario per chi ha un animale domestico è paragonabile al proprio medico di famiglia. Sono proprio le spese sanitarie e quindi veterinarie quelle che possono essere portate in detrazione dall’IRPEF da pagare con il proprio modello 730. Ma non basta riportare nel modello 730 l’importo complessivo della spesa. Innanzi tutto bisogna capire quali spese entrano nella fattispecie prevista dalla normativa fiscale italiana.

Come detto visite, analisi, esami di laboratorio, ricoveri in cliniche veterinarie ed interventi chirurgici, sono spese detraibili. Come lo sono quelle relative all’acquisto di farmaci, antiparassitari e simili, anche senza ricetta medica. Ma bisogna distinguere tra medicine e prodotti sanitari, e mangimi speciali e altri prodotti alimentari. Perché per i prodotti alimentari nessuna detrazione e prevista. E molti contribuenti per il solo fatto che comprano questi prodotti in collegamento con una particolare dieta alimentare del proprio animale, scaricano anche queste spese sbagliando.

Il sistema tessera sanitaria e le spese per l’animale domestico

Le spese per il proprio animale domestico sono registrate nel Sistema Tessera Sanitaria nazionale, sia per i farmaci in farmacia che per le visite, le analisi e così via dicendo. Infatti si tratta di spese che vengono collegate per codice fiscale, al contribuente che le sostiene. Farmaci per uso veterinario è la definizione di queste spese quando per esempio ci si reca in farmacia per comprare medicine indicate per il cane o il gatto.

Le spese veterinarie sono detraibili da oltre 20 anni e con un Decreto del Ministero dell’Economia e Finanze è stata circoscritto l’elenco degli animali domestici per cui queste spese sono scaricabili. Oltre a gatti e cani (anche quelli ad uso sportivo come i cani da caccia o da tartufo), sono considerati animali domestici tutti quelli ad esclusione di quelli da allevamento.

Più animali, franchigia e limite massimo di spesa per le detrazioni sul 730 delle spese veterinarie

Anche se gli animali domestici posseduti sono più di uno, nessun limite o vincolo esiste per poter considerare le spese veterinarie e farmaceutiche come scaricabili. Questi oneri detraibili danno diritto al recupero del 19%. Ma esiste una franchigia pari a 129,11 euro. Franchigia che pertanto va considerata in sede di detrazione. Infatti solo le spese che eccedono quella franchigia danno diritto al 19% di recupero. A prescindere dalla spesa inserita nel 730 questa cosa va considerata.

Se il contribuente indica 200 euro di spese veterinarie, solo il 19% di 70,89 euro possono essere recuperati. Oltre alla franchigia, sulle spese veterinarie esiste anche un limite massimo di spesa da poter scaricare. Limite massimo pari a 550 euro. Significa che massimo su 420,89 euro all’anno si può godere della detrazione. Ed a prescindere dal numero di animali domestici, perché tali limiti sono totali e non per singolo animale.

Pagamenti tracciabili anche per le spese veterinarie, ma non per tutte

Per quanto riguarda la nostra lettrice, non sappiamo perché il CAF gli ha detto che non può recuperare le spese per i suoi due cani. Potremmo azzardare il fatto che la contribuente non ha seguito attentamente le regole sui pagamenti tracciabili delle detrazioni. Anche per poter ottenere la detrazione delle spese veterinarie infatti, è necessario utilizzare strumenti di pagamento tracciabili. Quindi, bonifico, carte di credito, carte di debito e così via dicendo. Solo per i farmaci anche i contanti vanno perfettamente bene, oppure per le spese relative ad analisi e visite che rientrano nel sistema sanitario nazionale.

Presupponiamo che la nostra contribuente abbia pagato le sue spese in maniera non consona alle normative in vigore. E magari le spese regolari dal punto di vista del pagamento tracciabile sono state inferiori alla franchigia. Ripetiamo, sono solo ipotesi, perché capire il motivo di quanto detto dal CAF della lettrice, bisognerebbe avere le carte davanti.

 

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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