Senza dubbio le spese sanitarie sono l’onere detraibile più utilizzato dai contribuenti italiani per ridurre l’IRPEF da versare per i redditi. Nel modello 730 piuttosto che nel modello Redditi Persone Fisiche, le spese sanitarie, che siano farmaci acquistati, visite effettuate, analisi di laboratorio o veri e propri interventi, sono frequenti. Come lo sono i dispositivi medici. Perché comprare occhiali, oppure la macchinetta per l’aerosol o dispositivi ortopedici, da diritto alla detrazione. Detrarre significa scaricare dall’IRPEF pagata nell’anno di imposta precedente, o da versare ancora, una parte della spesa sostenuta.
Oggi affrontiamo il caso di un nostro lettore che non ha trovato tutte le spese sostenute da lui e dai suoi familiari, nella dichiarazione precompilata.
“Salve, sono un contribuente italiano che ha appena scaricato dal suo cassetto fiscale il modello 730 precompilato. Mi trovo con 500 euro di spese sanitarie caricate nel mio 730 dall’Agenzia delle Entrate. Ma io ne ho sostenute, insieme a mia moglie e mio figlio, soggetti a mio carico, circa 2.000. Posso inserirli io manualmente o corro dei rischi?”
La dichiarazione dei redditi precompilata e le spese già inserite come oneri detraibili
Le spese sanitarie detraibili sono inserite dall’Agenzia delle Entrate automaticamente nel modello 730 del 2023. Nella versione precompilata del modello infatti compaiono già le spese sanitarie. Avvalendosi del sistema tessera sanitaria infatti, queste spese sono raggruppate a nome di un contribuente e messe automaticamente in dichiarazione. Parliamo di spese del 2022, perché la nuova dichiarazione dei redditi 2023 riguarda l’anno di imposta 2022.
Spesso però, come è accaduto al nostro lettore, non tutte le spese vengono riportate. Per l’elaborazione della dichiarazione dei redditi precompilata, l’Agenzia delle Entrate si basa sulle banche dati.
Ecco quando nel 730 non ci sono tutte le spese sanitarie
Non sempre è colpa del soggetto che doveva trasmettere i dati. Essendo spese che sono assoggettate a determinati limiti, come per esempio l’obbligo di utilizzare strumenti di pagamento tracciabili, qualcosa può andare storto in un altro senso. Per esempio, lo stesso sistema tessera sanitaria può congelare, per cautela, una determinata spesa sostenuta da un contribuente. Se per esempio ci sono molti documenti di spesa simili, il sistema può bloccare la trasmissione dei dati pensando a duplicazioni di spesa e quindi a spese da chiarire. Oppure se l’importo di una spesa sostenuta è ritenuto anomalo (troppo alto, oppure più fatture da uno stesso soggetto terzo). Nulla però è perduto. E così che rispondiamo al nostro lettore, perché se lui effettivamente ha sostenuto le spese di cui parla, e se ha pagato queste spese nella maniera giusta, nulla vieta di poterle inserire nel 730.
Come recuperare il 19% per le spese sanitarie dell’anno precedente
Tranne che per l’acquisto in farmacia di medicine o dispositivi medici, e salvo che per le spese per analisi, visite o interventi presso strutture assoggettate al Servizio Sanitario Nazionale (SSN), tutte le altre spese sanitarie prevedono il pagamento tracciabile. Bisogna usare carte di debito o credito, assegni, bonifici e così via dicendo. Se una determinata spesa è pagata in contanti, non dovrebbe poter essere inserita nel modello 730.
Usiamo il condizionale perché anche in questo caso nulla vieta al contribuente di inserirla comunque questa spesa. E di chiedere come prassi, il ristoro del 19% della spesa sostenuta, come detrazione dall’IRPEF. Ma se il contribuente finisce a controllo, allora sono guai seri. Perché in sede di controllo l’Agenzia delle Entrate potrà richiedere la copia della fattura e della ricevuta del pagamento tracciabile utilizzato (copia del bonifico o ricevuta del POS per esempio).
Occhio alle modalità di pagamento delle spese sanitarie e mediche
Tornando alla possibilità di correggere la carenza di dati, va sottolineato che è la stessa Agenzia delle Entrate a dire che se i costi sono stati effettivamente sostenuti e si rispettano tutti i requisiti previsti per beneficiare della detrazione IRPEF del 19%, il contribuente può fare da solo. Correggendo il dato presente nel modello 730 e inserendo le sue reali spese sostenute. Si rammenda che è l’articolo 15 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR) a specificare cosa e come fare in materia di spese sanitarie detraibili. Queste spese sanitarie detraibili vanno inserite nel quadro E.
Va detto anche che correggere il modello 730, generando una minore imposta da versare o un credito fiscale maggiore di quello che fuoriesce dalla dichiarazione espone, quasi sicuramente, a un controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate. Per questo il suggerimento è di usare cautela e attenzione a inserire spese che magari poi si scoprirà di non essere detraibili.
Spese già rimborsate da assicurazione, sono ancora detraibili nel modello 730?
Un caso particolare che spesso porta i contribuenti a sbagliare e a pagare a caro prezzo l’errore, è quello delle spese sanitarie che il contribuente inserisce nel 730, ma per le quali ha ottenuto un rimborso da una strada diversa di quella fiscale. In materia di detrazioni il principio cardine è che l’agevolazione spetta una sola volta. Per esempio, se un lavoratore dipendente può godere di agevolazioni assicurative per un intervento odontoiatrico, ottenendo il rimborso della prestazione dall’assicurazione, non può scaricare questa spesa dal reddito.
O, almeno, non può scaricarla tutta dovendo eliminare ciò che l’assicurazione magari gli ha rimborsato già o si appresta a rimborsare. E’ da ricordare comunque che sono detraibili anche quelle spese rimborsate dalle assicurazioni se i premi versati non hanno prodotto beneficio fiscale. Parliamo di assicurazioni che non possono essere a loro volta scaricate. Invece se un premio assicurativo da diritto alla sua detrazione dal reddito, le spese sanitarie rimborsate dall’assicurazione non sono più detraibili.