Modello F24 in Posta: compilazione e modalità di pagamento

Presentare il modello F24 in Posta, sia presso gli sportelli che online. Come compilare il documento e modalità di pagamento.
5 anni fa
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Pensione giugno

Il modello F24, quello usato per pagare le tasse, può essere presentato anche presso gli uffici postali. Molti contribuenti, infatti, preferiscono utilizzare il canale offerto da Poste Italiane in alternativa a quello delle banche o dello sportello dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, per comodità.

Il modello F24 permette quindi di pagare tutte le somme dovute al fisco, piuttosto che agli enti locali o all’Inps con una unica operazione, compilando semplicemente i riquadri di competenza. I commercialisti e i titolari di partita Iva lo usano con frequenza e hanno dimestichezza nel compilare il modello, ma i singoli contribuenti che magari fanno una o due operazioni all’anno, fanno più fatica.

Il modello F24 in Posta

Detto questo, Poste Italiane accoglie ogni giorno migliaia di modelli F24 per l’incasso dei tributi da destinare all’erario piuttosto che agli enti locali. Il contribuente che si reca in Posta normalmente ha già in mano il modello F24 compilato nelle sue rispettive sezioni con i dati anagrafici, il codice fiscale, i codici tributo e gli importi da versare. Vi sono però casi in cui, il contribuente, magari se persona anziana e che non è a conoscenza dei codici tributo, viene assistito dall’impiegato dell’ufficio postale che redigerà per suo conto e nei limiti delle informazioni fornite, il modello F24 compilando direttamente il foglio per via telematica e rilasciando poi apposita ricevuta di avvenuta trasmissione. Per i più pratici, c’è la possibilità di compilare direttamente online da casa il modello F24 evitando così di fare la fila in Posta.

Le modalità di pagamento

E passiamo alle modalità di pagamento. Normalmente il contribuente, che si reca presso l’ufficio postale e non ha un conto corrente o un rapporto economico con Bancoposta, versa in contanti. Bisogna però tenere conto del fatto che il limite è fissato in 3.000 euro e dal 2020 scenderà a 2.000 per poi passare a 1.000 nel 2021 in ossequio alle modifiche di legge previste per limitare l’utilizzo del contante.

Pertanto, sopra tali soglie sarà necessario utilizzare forma di pagamento tracciabili come i bonifici o gli assegni. E questo vale anche se ci si reca a pagare le tasse in banca o all’Agenzia delle Entrate Riscossione. Più comodo e rapido, invece, il pagamento se si ha un conto corrente in Posta, una carta Postepay o un libretto di risparmio. In questo caso l’operatore attingerà le somme necessarie da lì, senza alcun limite, per effettuare i pagamenti riportati nel modello F24. Sempre per i più pratici, l’operazione potrà essere svolta direttamente online dal computer di casa collegandosi con il proprio rapporto di Bancoposta (home banking) o col la carta Postepay.

Cosa si può pagare con modello F24?

Di seguito riportiamo tutti i tributi che si possono pagare utilizzando il modello F24.  Da non dimenticare che tale modello può essere utilizzato dai contribuenti non titolari di partita Iva solo se il saldo da pagare è positivo o pari a zero (per effetto delle compensazioni).

  • le imposte sui redditi di persone fisiche ed imprese (Irpef e Ires);
  • le ritenute sui redditi da lavoro e sui redditi da capitale;
  • l’Iva;
  • le imposte sostitutive delle imposte sui redditi dell’Irap e dell’Iva;
  • l’imposta sostitutiva sulle vendite immobiliari;
  • altre imposte sostitutiva come quella sugli intrattenimenti, le scommesse e i giochi, ecc.;
  • l’Irap;
  • l’addizionale regionale e comunale all’Irpef;
  • le accise, l’imposta di consumo e di fabbricazione;
  • i contributi e i premi Inps, Inail, Enpals, Inpgi, ecc.;
  • i tributi speciali catastali, gli interessi, le sanzioni e gli oneri accessori per l’attribuzione d’ufficio della rendita presunta;
  • l’Imu, la Tares, la Tari e la Tasi;
  • la Tarsu/Tariffa, la Tosap/Cosap e l’imposta comunale sulla pubblicità;
  • l’imposta di soggiorno
  • le imposte su successioni e donazioni;
  • le imposte di registro, ipotecarie e catastali;
  • le tasse ipotecarie;
  • l’imposta di bollo;
  • le imposte comunali sull’aumento di valore degli immobili;
  • le imposte sostitutive su finanziamenti a medio e lungo termine;
  • i tributi speciali, accessori, interessi e sanzioni, inclusi oneri e sanzioni per inosservanza della normativa catastale;
  • le imposte e i relativi interessi, sanzioni e accessori richiesti dagli uffici dell’Agenzia delle Entrate in sede di registrazione degli atti giudiziari emessi a partire dal 23 luglio 2018.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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