Alzi la mano chi non si ritrova monete da 1 o 2 centesimi sparse nella borsa, in macchina, nelle tasche o in giro per casa. Sono piccole, facili da perdere e difficili invece da spendere visto che non le accettano neppure macchinette e distributori automatici. Per questo alcuni Stati Europei (Finlandia e Paesi Bassi sono stati pionieri) le hanno eliminate e il prossimo Paese a farlo potrebbe essere proprio l’Italia. A presentare l’emendamento per dire addio alle monetine in rame è stato il Pd.
Una manovra che, secondo le stime, permetterebbe prima di tutto alle casse dello Stato di risparmiare circa 20 milioni di euro l’anno sui costi di fabbricazione: per fare una moneta da un centesimo infatti se ne spendono 4,5. Il firmatario dell’emendamento per l’abolizione delle monete da 1 e 2 centesimi è Sergio Boccadutri, responsabile dell’area innovazione del Partito Democratico, che ha spiegato “dal 2002 a oggi sono state emesse oltre 5,1 miliardi di monete da 1 e 2 cent. Queste monete non circolano se non esclusivamente come resto nella grande distribuzione e in pochi altri esercizi commerciali. Non sono accettati da distributori automatici, dai parcometri, dai caselli automatici delle autostrade, i consumatori che le ricevono come resto le perdono e quasi mai le riusano. Chi non ha in casa un vasetto pieno di ramini? Gestire un rotolo di 50 monete da 1 cent, costa 40 centesimi di euro, costi che si ribaltano sui consumatori”.
Che fine faranno le monete da 1 e 2 centesimi?
Oggi l’emendamento sarà sottoposto al voto della Camera. I collezionisti possono attivarsi: pare che alcuni esemplari abbiano un valore stimato di circa 2500 euro. Come riconoscerli? Sono quelli (molto rari) con un lato da 1 centesimo e l’altro con l’immagine della moneta da 2 centesimi, la Mole Antonelliana (coniati per errore nel 2002).
Abolizione monete da 1 e 2 centesimi: come saranno arrotondati i prezzi?
E uno dei primi pensieri che viene in mente è proprio come saranno cambiati i prezzi: il ministero dell’Economia renderà noti ai commercianti i criteri per l’arrotondamento dei prezzi ai 5 centesimi più vicini.
Il Codacons ha messo in guardia ricordando quanto accaduto a tal proposito con il passaggio dalla Lira all’Euro e temendo “aggiustamenti dei listini al rialzo e a rincari selvaggi”. Va detto però che in Belgio, Olanda, Finlandia e Irlanda non si è verificato questo scenario: si arrotonda solo il conto finale della spesa, non i singoli prodotti e solamente per i pagamenti in contanti.
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