Diversi di voi avranno visto “Moneyball – L’Arte di vincere”, un film diretto da Bennett Miller e uscito nel 2011. Il protagonista principale era Brad Bitt nei panni di Billy Beane, un manager che nei primi anni Duemila si affidò alla cosiddetta “sabermetrica” per gestire il campionato di baseball degli Oakland Athletics. Vinse clamorosamente venti partite di fila, anche se non portò a casa la vittoria finale e, infine, venne ugualmente licenziato dalla proprietà. Si tratta di una storia vera, così vera che quel Beane ha incontrato nei giorni scorsi Gerry Cardinale, il proprietario di RedBird, fondo americano con cui collabora da anni e che dal 2022 ha rilevato il controllo del Milan.
Calciomercato Milan, scontro tra storia e innovazione
Lunedì sera, Cardinale incontrò i due manager a Casa Milan. La riunione ebbe toni infuocati. Il primo avrebbe rimproverato ai due il flop del calciomercato Milan dell’estate scorsa. In particolare, Charles de Katelaere e Divock Origi hanno deluso profondamente ogni minima aspettativa. E il primo è costato 35 milioni di euro. A quel punto, l’italo-americano avrebbe comunicato ai due che i prossimi acquisti sarebbero stati realizzati attraverso l’uso di un algoritmo, Moneyball per l’appunto. Maldini e Massara pare che siano rimasti quasi scioccati e si siano rifiutati di accettare una simile condizione. L’esito lo conosciamo.
Ma esattamente cos’è Moneyball? In estrema sintesi, si tratta di fare uso di numerosi dati per decidere se valga la pena o meno acquistare un giocatore. Le metriche sono relative non solo alle prestazioni sportive passate, bensì anche a fattori come il sonno, l’alimentazione, la capacità di adattamento a un nuovo ambiente, l’umore, ecc. Praticamente, la vita sportiva e non di un giocatore viene scandagliata e tradotta in cifre.
Molti di voi sorrideranno dinnanzi a questa spiegazione. Lo sport è considerato qualcosa di poco scientifico, non schematizzabile con tabelle e non prevedibile attraverso algoritmi. Se ci fate caso, però, il calcio è stracolmo di numeri. Con l’avvento delle pay tv, poi, la mole di informazioni che abbiamo a disposizione su ogni giocatore è elevata. Sappiamo quante reti ha segnato in tot partite, quanti passaggi in media effettua, quanti passaggi corretti e non vi sono tra i giocatori di una squadra durante una partita, la percentuale di possesso palla, ecc.
Algoritmo Moneyball, non bastano i numeri
Affidare il calciomercato del Milan a Moneyball può essere un passo innovato e finanche un azzardo, ma non una novità assoluta. Da anni lo fanno altre società, comprese di calcio. Tra queste c’è la danese Midtjylland con ottimi risultati. Tuttavia, sorge spontanea una domanda: i dati usati dall’algoritmo per valutare l’acquisto di un giocatore sono a disposizione di tutti. Perché mai una società dovrebbe ricavarne valore, quando tutti conoscono le informazioni necessarie? La risposta ce la fornisce direttamente Beane, che sollecitato sul punto ha spiegato che è l’uso che se ne fa dei dati a renderli preziosi. In altre parole, non basta conoscere una serie di cifre. Serve anche l’ingrediente segreto per ricavarne implicazioni utili.
Moneyball è stato utilizzato dentro e fuori dagli Stati Uniti da società con pochi quattrini. Esse hanno attinto all’algoritmo per minimizzare i costi di acquisto dei giocatori e massimizzare il rendimento. Non è sempre stato un successo, ma l’opposizione a priori appare sbagliata. In futuro, l’Intelligenza Artificiale in forma di sabermetrica potrebbe aiutare il calcio europeo a ridurre i costi ed evitare si strapagare giocatori solo in virtù della loro fama e del nome.
Tornando a Cardinale, prima che licenziasse Maldini e Massara aveva comunicato loro che il budget a disposizione per il calciomercato del Milan quest’anno sarebbe stato sui 35 milioni più gli eventuali proventi da cessioni. Una cifra sostenibile, specie se consideriamo che il club rossonero potrebbe chiudere il bilancio di questa stagione in sostanziale pareggio, se non persino in attivo. Per mantenere l’equilibrio finanziario, però, bisognerà fare attenzione ai costi legati agli stipendi, scesi in area 100 milioni di euro. Allo stesso tempo, si dovranno massimizzare i ricavi con risultati sportivi apprezzabili sia in campionato che in Champions League. Ed è qui che Moneyball darebbe una mano.