Altra doccia fredda per la Francia, che stavolta sperava di scampare alla scure delle agenzie di rating. Venerdì sera, Moody’s ha tagliato l’outlook sui suoi titoli di stato da “stabile” a “negativo”. Il rating è rimasto invariato ad Aa2. Secondo l’istituto, la capacità di pagamento di Parigi è peggiorata a causa del contesto politico e istituzionale e per una gestione del bilancio più debole di quanto atteso precedentemente. Esso ha notato gli alti deficit fiscali, combinati ai tassi di interesse anch’essi elevati.
Gestione fiscale più prudente a Roma
Sempre venerdì sera l’agenzia canadese Dbrs, meno nota rispetto alle tre grandi nel mondo, ha migliorato il suo outlook sui titoli di stato italiani da “stabile” a “positivo”. Il giudizio è stato mantenuto a BBB(high), un gradino sotto il livello A. L’istituto ha lodato la gestione del bilancio del governo di Roma, notando come l’aumento delle entrate fiscali e l’aggiustamento fiscale lo abbiano resto strutturalmente più equilibrato.
La settimana prima, Fitch aveva promosso l’outlook dell’Italia, mentre aveva in precedenza tagliato quello della Francia. Anche S&P aveva lodato la capacità del governo italiano di gestire i conti pubblici. Fitch e S&P avevano declassato il rating francese nella scorsa primavera ad AA-. In questo momento, l’Aa2 assegnato da Moody’s resta il giudizio più alto per Parigi. Tuttavia, dopo l’annuncio di venerdì 25 è probabile che anch’esso venga rivisto al ribasso, vale a dire ad Aa3.
Francia e Italia sempre più vicine
Il trend sui mercati sembra chiaro: BTp e Oat sempre più vicini. Da diverse sedute lo spread tra i due bond è sceso in area 45-50 punti base. Non era così basso sin dal maggio del 2010, mese in cui esplose la crisi del debito sovrano nell’Eurozona con il caso della Grecia.
Del resto, se è vero che il debito pubblico italiano resti il secondo più alto in Europa dopo la Grecia in rapporto al Pil, c’è da dire che la Francia sta lottando per impedire che il suo deficit quest’anno salga al 7%, ben due punti sopra le previsioni. Il disavanzo italiano è atteso sotto il 4%, sotto le previsioni. Le entrate fiscali risultano da mesi rispettivamente sotto e sopra le stime ufficiali. E se l’Italia punta a tagliare il deficit sotto il 3% al 2026, la Francia ha spostato l’obiettivo al 2029. Mercati e agenzie di rating dubitano persino che ce la faccia.
BTp in attesa di Moody’s
Tra meno di un mese, sempre Moody’s aggiornerà il suo giudizio sull’Italia. Ad oggi, mantiene il rating più severo tra tutte le agenzie: Baa3, appena un gradino sopra il livello “spazzatura”. Una sorta di spada di Damocle che pende sui conti pubblici italiani, che verrebbe rimossa nel caso di un upgrade dell’outlook a “positivo”. Le probabilità ci sono tutte e, se accadesse, i BTp si avvicinerebbero definitivamente ai livelli di rendimento dei bond francesi. Rispetto ai Bund significherebbe stringere ulteriormente lo spread in direzione 100 punti base o 1%.