Nessuno è eterno e così anche i nostri animali domestici sono destinati a morire. Ma cosa fare quando il nostro animale domestico muore? Quali sono le pratiche burocratiche che vanno eseguite in questi casi?
La prima cosa da fare, quando ci si accorge che il proprio animale domestico è defunto, è quella di chiamare il veterinario affinchè certifichi il decesso ufficialmente. Se l’animale è provvisto di microchip il veterinario rilascerà un certificato di decesso che andrà portato alla Asl entro un determinato periodo (stabilito dalla stessa Asl) per fare in modo che l’animale venga cancellato all’anagrafe.
Nel certificato di morte del cane va riportato, tra l’altro che l’animale non sia stato soppresso dopo aver contratto la rabbia.
Morte animale domestico: seppellirlo dove?
Una volta svolte le pratiche burocratiche resta il dubbio di cosa fare del corpo della bestiolina morta: chi ha un giardino può decidere di seppellire il corpo nel proprio giardino dopo aver disattivato il chip (se provvisto di chip). Seppellire l’animale in giardino è possibile solo a patto che l’animale non sia deceduto per malattia infettiva.
Altrimenti è possibile seppellire il corpo in un cimitero degli animali.
L’alternativa è quella di cremare la bestiola o portando il corpo dal veterinario che provvederà ad incaricare una ditta specializzata in cremazioni di animali. In questo caso l’animale verrà cremato insieme alle carcasse di altri animali e, quindi, non sarà possibile ottenere la restituzione delle ceneri.
Se si volessero, invece, conservare le ceneri del proprio amico a quattro zampe si dovrà provvedere ad una cremazione singola, che sicuramente avrà dei costi più elevato.
Sullo stesso argomento puoi leggere anche: Farmaci per animali: costi troppo alti, una petizione contro i prezzi folli
Abbandonare animali: si commette reato e si rischiano sanzioni?