Il Gruppo Renault di nuovo al centro della bufera. Un rapporto di esperti commissionato dai giudici responsabili del file “dieselgate” conterrebbe elementi molto imbarazzanti per il produttore francese. La società francese è infatti sospettata, come Volkswagen, PSA e Fiat Chrysler, di aver manipolato i motori dei suoi veicoli diesel per minimizzare gli ossidi di azoto (NO x ), un gas molto tossico durante il test approvazione. Il marchio transalpino è soggetto a un’indagine giudiziaria per “inganno aggravato”. Affidata alla divisione salute pubblica dell’alta corte di Parigi, l’indagine potrebbe subire una spinta dopo la consegna di un rapporto a lungo atteso, a cui il quotidiano francese Le Monde ha avuto accesso.

Nell’ottobre 2017, i magistrati inquirenti hanno ordinato all’Istituto superiore di industria automobilistica e trasporti (ISAT) di effettuare una serie di test aggiuntivi per confermare l’ipotesi della presenza di dispositivi fraudolenti. Una campagna di test è stata condotta su due modelli del marchio: Captur e Clio IV. Le conclusioni dell’ISAT sono inequivocabili su “l’esistenza di una modifica dei dispositivi di decontaminazione che consente l’adattamento alla procedura di omologazione in un modo diverso dalle condizioni d’uso reali” .

La società francese è infatti sospettata di aver manipolato i motori dei suoi veicoli diesel per minimizzare gli ossidi di azoto sprigionati

Gli esperti dell’ISAT, un istituto collegato all’Università della Borgogna, hanno studiato i meccanismi di questa modifica. Gli studiosi hanno rilevato che i due sistemi di pulizia selezionati da Renault, detta valvola “EGR” e la trap No. x , non funzionano in determinate condizioni. La valvola EGR “cessa di essere operativa” a temperature inferiori a una soglia che può essere riscontrata in inverno o al di sopra di una soglia che può essere frequentemente superata in condizioni normali, non invernali. Per quanto riguarda la trappola Nox non funzionerebbe sotto i 50 km orari.

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