MPS, il Tesoro rischia un salasso e la controllata Widiba stanzia a giorni bonus agli agenti

La controllata online di MPS, Widiba, sta per erogare bonus ai suoi agenti, mentre all'inizio dell'anno ha ottenuto la sottoscrizione della controllante pubblica di un aumento già esercitato per 70 milioni.
7 anni fa
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Dall’inizio dell’anno, le azioni MPS hanno perso oltre un terzo del loro valore, scendendo ieri al nuovo minimo storico di 2,59 euro , segnando un crollo del 43% dai 4,55 euro del 25 ottobre, data in cui sono state riammesse alle negoziazioni a Piazza Affari dopo una sospensione di 10 mesi per via del salvataggio dello stato. Il Tesoro controlla il 68,2% del capitale della banca senese e ha in carico le sue azioni a un prezzo medio di quasi 7 euro, ragione per cui virtualmente oggi perderebbe 3,3-3,4 miliardi di euro.

Soldi dei contribuenti, che andrebbero “bruciati”, nel caso in cui alle condizioni attuali il governo decidesse di rivendere la quota e di uscire dal capitale di MPS. Nei giorni scorsi, Siena ha smentito la necessità di un’ennesima ricapitalizzazione, ma il solo fatto che ne se parli a pochi mesi dal salvataggio pubblico fa cadere le braccia.

Ma la vita dentro la banca continua, pur tra sacrifici imposti ai dipendenti, ai quali l’ad Marco Morelli di recente ha chiesto di fermarsi anche oltre l’orario ordinario di lavoro per potenziare le masse gestite della clientela, altrimenti “non portano a casa il risultato”, ha chiosato. E, tuttavia, “pacta sunt servanda”, e così se i contribuenti italiani rischiano di perdere diversi miliardi nell’operazione MPS, a giorni arriveranno i bonus in favore della rete di 628 agenti della controllata Widiba, la banca online che gestisce masse nell’ordine dei 6 miliardi di euro e che possiede ad oggi circa 100.000 clienti.

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I bonus agli agenti Widiba a giorni

Di cosa parliamo? Nel 2013, quando le acque erano piuttosto agitate a Rocca Salimbeni, la banca decise di puntare sulla rete di agenti in possesso dall’inizio del Millennio con l’acquisizione di Banca 121, altro capitolo thriller nel panorama del credito nazionale.

Erano in 7-800 con mandato diretto, ma molti rischiavano di abbandonare una nave che stava già per affondare, anche perché dal 2005 la Banca 121 era diventata di MPS al 100% e perdeva il suo marchio, risultandone inglobata. Si optò allora per creare una banca online dal nome vagamente esotico Widiba, facendo affidamento proprio sugli agenti già in organico, sotto la direzione del Cif Andrea Cardamone, il quale nel tentativo più che legittimo di trattenere quanti più collaboratori possibili, varò nel 2015 il “No Ordinary Program”, in sigla NOP, un piano quinquennale basato su politiche incentivanti e che allo scadere dei primi 3 anni prevede l’erogazione di bonus, che stando a una fonte anonima un tempo vicina al dossier si attesterebbero sui 35-40 milioni di euro in tutto, ma sulla cui entità non possiamo darvi alcuna conferma. Ripetiamo: sono soldi legittimi e forse la banca non aveva nemmeno alternative valide, data la situazione della controllante.

Si tratterebbe di un piano a metà tra “retention”, ovvero finalizzato alla fidelizzazione degli agenti, che altrimenti Siena avrebbe rischiato di perdere uomini e assets importanti per il rilancio del suo futuro, e d’incentivo, con l’obiettivo di premiare i risultati annualmente conseguito dopo l’adesione al programma rispetto alle masse gestite fino al 2014. Ad ogni modo, non è questo il punto, né la legittimità dei bonus, che verranno corrisposti verosimilmente in aprile e che spettano di diritto a centinaia di agenti, i quali sono rimasti in molti casi alle dipendenze di MPS proprio allettati dalle politiche incentivanti.

Senonché, Widiba ha chiesto e ottenuto all’inizio dell’anno la sottoscrizione di un aumento di capitale da parte della controllante MPS per 100-170 milioni, ricevendone già 70 milioni, soldi che MPS, una banca di fatto divenuta pubblica, metterà in favore di una controllata, che sta per premiare i suoi dipendenti (legittimamente, lo ribadiamo) con bonus forse complessivamente milionari.

Né Widiba potrebbe mai sottrarsi alle erogazioni dei premi, perché si tratta di impegni sottoscritti 3 anni fa e a cui bisogna tenere fede. Cosa non va in tutto questo? Che siamo noi contribuenti a tenere in vita questa baracca, in cui da un lato rischiamo di perdere miliardi e dall’altro si staccano premi per trattenere agenti, i quali altrimenti sarebbero forse scappati tutti via per le stesse ragioni per cui lo stato ha salvato la banca a fior di quattrini dei contribuenti. E’ un concetto di mercato che non sta né in cielo e né in terra.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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