Come abbiamo scritto in un articolo precedente, qualora al proprietario di un veicolo pervenga una multa per un’infrazione del codice della strada che non ha commesso, è tenuto a comunicare i dati del conducente che ha commesso l’infrazione, pena la sanzione da 286 a 1142 euro.
Ma cosa accade se il proprietario dell’auto non ricorda chi era alla guida quando è stata commessa l’infrazione? Per legge non si può essere puniti, in base al principio di responsabilità personale, per qualcosa che ha commesso un altro.
La multa, nel caso non si ricordi chi era alla guida dell’auto quando è stata commessa l’infrazione, non va pagata.
A questo punto, quindi, sulla comunicazione alle autorità che hanno elevato la sanzione, al posto dei dati del conducente basterà scrivere che non si è in grado di ricordare chi era alla guida del veicolo in quell’occasione (non è un dovere ricordare l’eventuale affidamento del veicolo a terzi).
La conferma di quanto scritto viene anche da una sentenza del Giudice di Pace di Taranto, la numero 3840 del 2015, con la quale si afferma che se il proprietario dell’auto non ricorda chi era alla guida al momento dell’infrazione non può essere punito con una sanzione amministrativa. Il non ricordare, infatti, sarà considerato il giustificato motivo dell’omissione della comunicazione dei dati del conducente.
Attenzione però, se nell’assicurazione esiste una clausolo di guida esclusiva al volante di quel veicolo può esserci solo la persona che ha firmato la polizza e il veicolo, quindi, non può essere affidato a terzi, neanche a coniuge o figli. L’auto di per se può essere prestata ma in caso di violazione del codice della strada a risponderne dovrà essere chi ha firmato il contratto di assicurazione.
Non ricordare deve essere in buona fede
Anche se la legge prevede che la multa non va elevata a chi non ricorda chi guidava l’auto al momento dell’infrazione, bisogna anche tenere conto che per non pagare una multa chiunque potrebbe dire di avere uin vuoto di memoria. Anche se oggettivamente è plausibile che una persona non ricordi chi guidava l’auto, in buona fede bisogna assicurare che il vuoto di memoria esiste davvero. La buona fede in questo caso viene supportata da alcuni fatti inequivocabili:
- di norma il verbale viene notificato a distanza di diversi mesi dall’infrazione
- non esiste una norma che imponga di tenere traccia delle persone cui si affida il proprio veicolo
- chi ha prestato la macchina a qualcuno e non si ricorda non può rispondere di una mancata informazione che non dipende dalla sua volontà
- il verbale di contestazione della multa, inoltre, parla di invito all’informativa e non obbligo
Da questo emerge, quindi, che se non si ricorda chi guidava l’auto la multa non va pagata.
Codice della strada e costituzione
Il codice della strada sanziona chi entro 60 giorni dalla richiesta non fornisce i dati personali e della patente del conducente. Questo articolo del codice della strada, però, cozza contro l’articolo 3 della Costituzione, il quale sancisce che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Concentriamoci sulle condizioni personali e sociali per comprendere come il codice della strada violi questo articolo della costituzione. Se il proprietario dell’auto è giovane o ha una memoria di ferro ricorderà certamente a chi ha prestato l’auto, ma se il proprietario è una persona anziana o una perosna che non ricorda neanche cosa ha mangiato a pranzo, non si può dire che le condizioni personali siano le stesse.